Le opere del bergamasco Fra’Galgario alla Gamec Dal 2 ottobre all’11 gennaio alla Gamec in mostra le opere del bergamasco Vittore Ghislandi, detto Fra’ Galgario

Dal 2 ottobre all’11 gennaio alla Gamec in mostra le opere del bergamasco Vittore Ghislandi, detto Fra’ Galgario

All’opera di Vittore Ghislandi detto Fra’ Galgario, nato a Bergamo nel 1655 e morto nel 1743, è dedicata una mostra che è stata presentata quest’oggi a Milano. Uno dei maggiori ritrattisti del ’700 europeo sarà infatti il protagonista di un’esposizione di circa 90 opere, organizzata dall’Accademia Carrara in collaborazione con il Musée des Augustins di Tolosa, che sarà aperta al pubblico nelle sale della Gamec dal 2 ottobre fino all’11 gennaio.

Alla conferenza stampa è intervenuto anche l’assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, Ettore Albertoni, insieme ai rappresentanti di Comune e Provincia di Bergamo e agli organizzatori dell’evento (la mostra è promossa dal Comune e dalla Provincia di Bergamo, dalla Regione Lombardia, dalla Camera di Commercio, dall’Apt e dall’Unione Industriali). «Le quattro grandi mostre che dal 2000 al 2002 hanno scandito l’attività espositiva di Bergamo all’Accademia Carrara (Caravaggio, La Luce del Vero, Bergamo. L’altra Venezia, Collezione Rau) - ha detto Albertoni - danno onore alla città e all’istituzione che le ha ospitate». «Questi importanti eventi, insieme a quello che viene presentato oggi - ha proseguito Albertoni - dimostrano che Bergamo è un punto di eccellenza internazionale per queste manifestazioni. Questa città offre una gamma di eventi culturali eccezionale. Per questo confermo il pieno appoggio alle iniziative che si stanno realizzando (Musei di Notte, intesa tra la Scala di Milano e il Teatro Donizetti) perché rappresentano un modello esemplare».

La mostra si articolerà su un percorso che partirà dalla formazione dell’artista a Bergamo: dalle prime opere nate dagli insegnamenti del padre Domenico, apprezzato affrescatore, a quelle che risentono dell’influenza dei pittori Giacomo Cotta e Bartolomeo Bianchini. Il 1676 è l’anno durante il quale l’artista si trasferisce a Venezia: qui prese i voti.

Dopo il 1702 l’arista rientrò a Bergamo stabilendosi nel convento del Galgario, dal quale prese appunto il nome. Fra’ Galgario divenne quindi il ritrattista delle più importanti famiglie aristocratiche del territorio, come gli Albani, i Rota, i Secco Suardo, i Colleoni, i Moroni, i Tassis. La sua fama si estese a livello europeo e sue opere entrarono in importanti collezioni, come quelle del Maresciallo Schulenberg e del Principe Eugenio di Savoia. Un suo autoritratto andò anche agli Uffizi di Firenze. Fu nel periodo tra il 1720 ed il 1740 che si hanno i maggiori capolavori della ritrattistica di Fra’ Galgario.

La mostra non si limiterà però solo alle sue celebri lacche, ma proporrà anche un confronto stilistico con i maggiori ritrattisti europei coevi: gli italiani Piazzetta, Ceruti e Crespi; i francesi Largilliere, Rigaud, Grimou e Pesne; l’inglese Reynolds; gli artisti dell’Europa centrale Kupezky e Brandl. A conclusione del percorso vi saranno anche i dipinti della fase finale, in cui Fra’ Galgario arrivò a cercare un contatto diretto con il colore, applicandolo con le mani.

(02/07/03)

Su L’Eco di Bergamo del 03/07/2003

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