Maria Paiato al Donizetti è «un cuore semplice»

Maria Paiato torna a Bergamo con un testo di Luca de Bei, ispirato ad un racconto di Gustave Flaubert: «Un cuore semplice» sarà in scena al teatro Donizetti (per la rassegna di Altri Percorsi) martedì 29 gennaio alle 20.30. La regia dello spettacolo, prodotto da Teatro Eliseo, porta la firma di Luca De Bei. Le scene sono di Francesco Ghisu, i costumi di Sandra Cardini, il disegno luci di Alessandro Carletti. I biglietti sono in prevendita alla biglietteria del teatro Donizetti aperta dal lunedì al sabato dalle 13 alle 20.30. Costo del biglietto: (posto unico) 14 euro, ridotto 10 euro (6,50 euro per giovani card, family card). I biglietti acquistati lo stesso giorno di spettacolo non saranno caricati del diritto di prevendita.
Un cuore semplice, di Luca De Bei, ispirato all’omonimo racconto di Gustave Flaubert, ha debuttato a primavera 2007 con grande successo di critica e di pubblico al Piccolo Eliseo Patroni Griffi di Roma. 
Una partitura «per voce sola» scritta da Luca De Bei, che ha firmato una regia rispettosa del racconto flaubertiano, per Maria Paiato, fra le più brave attrici italiane e interprete di grande sensibilità. Vincitrice di numerosi premi come migliore attrice, fra gli ultimi: gli Olimpici del Teatro per Cara professoressa di Ljudmila Razumovskaja nel 2004, e due Premio Ubu, nel 2005 per La Maria Zanella di Sergio Pierattini (vista a Bergamo nella scorsa stagione), nel 2006 per Il silenzio dei comunisti di Vittorio Foa, Miriam Mafai e Alfreso Reichlin diretto da Luca Ronconi.
Al centro della piéce la figura di Felicité, un’esistenza scandita dal lavoro, senza grandi eventi né accadimenti particolari. «Si alzava all’alba per non perdere la messa», racconta Flaubert, «e lavorava fino a sera senza fermarsi un istante. Poi, terminata la cena, messe in ordine le stoviglie e sprangata la porta, sepolto il ceppo nel camino con la cenere, si addormentava davanti al focolare con il rosario in mano». 
Aveva lavorato da sempre, sin da bambina, quando morti i suoi genitori era stata presa da un fattore che l’aveva messa a badare alle mucche in campagna. Una breve e infelice storia d’amore era stata la sua unica parentesi romantica. Una volta assunta come domestica dalla signora Aubain, lì era rimasta per cinquant’anni. La sua intera vita è dedicata agli altri (la sua padrona, i figli di lei, un nipote), alla chiesa (che segue con la passione), alla casa, al suo adorato pappagallo Loulou. Vive le gioie e i lutti con la stessa intensità, apre il suo cuore a chiunque e, seppur spesso ferita o ingannata, in questa dedizione a ogni essere vivente, Félicité trova la sua ragione di esistere.
Poi, così come ha sempre vissuto sola, termina la sua vita da sola. Si spegne nel suo letto, dopo una malattia dolorosa, molti stenti, un po’ di follia, regalandoci però la fulgida e rara intuizione di un’anima pura, buona. «Un cuore semplice».


(28/01/2008)

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