Rossana Casale a «Notti di luce» Il teatro canzone al Donizetti

La signora canta il jazz, e altro ancora. Tra Jacques Brel e Billie Holiday ha scelto di non scegliere e di entrare nel cuore del blues e della collera malinconica intrisa d’ironia e sarcasmo. Ma Rossana Casale ha fatto anche tutto il resto. Il cinema, il musical, il teatro, tanti dischi compreso Circo immaginario, stesso titolo dello spettacolo che porta lunedì sera 1° settembre al Donizetti per «Notti di luce»: inizio ore 21, ingresso 10 euro, incasso interamente devoluto alla mensa dei poveri dei Frati Cappuccini.«Ho inteso mettere in scena l’immagine di un circo un po’ felliniano – spiega –, che richiama l’adulto al suo animo bambino, quello che abbiamo dentro, nascondiamo, e qualche volta ci viene rubato da certi comportamenti obbligati. Il disco s’ispira all’omonimo libro di Sara Cerri. Con le canzoni cerco di creare l’incontro con il bambino che vive in ognuno. Chiedo alla gente di giocare con me, di emozionarsi, piangere. Racconto degli aneddoti di Fellini, delle piccole schegge di vita personale; di quando ho incontrato il circo. Recito una poesia di Rodari. Diciamo che lo spettacolo cammina a filo con il teatro canzone».Nel suo percorso artistico ci sono stati tre incontri importanti: Gershwin, Billie Holiday e Jacques Brel. Il primo affiora da un musical a cui ha lavorato, agli altri ha dedicato due album. Sono tre figure lontane, ma neanche tanto. «Non è un percorso strano - commenta la Casale -: il jazz, ed il blues, la canzone d’autore francese. E poi Billie e Brel vivono in stanze adiacenti, almeno per quel che penso io. Gershwin, come Cole Porter, è un colosso che ha firmato soltanto capolavori. L’altra sera ero a casa di Lelio Luttazzi, che sono molto orgogliosa di avere come amico, e lui al pianoforte mi faceva sentire le differenze di pensiero e composizione tra i due. È stata una lezione meravigliosa».(31/08/2008)

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