Si apre con Molly Sweeney la stagione di prosa

Si apre il sipario sulla stagione di prosa del teatro Donizetti. Da venerdì 7 a domenica 16 dicembre andrà in scena Molly Sweeney di Brian Friel, una produzione di Emilia Romagna Teatro Fondazione-Teatro Metastasio della Toscana alla sua prima tournée teatrale: lo spettacolo ha debuttato ad Asti lo scorso giugno e Bergamo rappresenta la prima ed unica piazza in Lombardia per la stagione 2007-2008. In palcoscenico Umberto Orsini, Valentina Sperlì, Leonardo Capuano. La regia porta la firma di Andrea De Rosa. Le scene sono di Laura Benzi, i costumi di Ursula Patzak, le luci di Pasquale Mari. Gli spettacoli avranno inizio alle 20.30; la domenica alle 15.30.
I biglietti sono in vendita alla biglietteria del teatro Donizetti aperta dal lunedì al sabato dalle 13 alle 20.30. La domenica dalle 14 alle 15.30.
Costo del biglietto: da 28 euro (più prevendita) per platea e palchi a 12 euro (più prevendita) per seconda galleria.  I biglietti acquistati lo stesso giorno di spettacolo non saranno caricati del diritto di prevendita.
Inoltre giovedì 13 dicembre alle 18 nel Salone Riccardi del Teatro Donizetti nell’ambito del ciclo d’incontri «Fuoriscena: incontri attorno agli spettacoli» si terrà l’incontro «Il mondo senza un senso. Che significa vedere?».
Alla conferenza saranno presenti Umberto Orsini, Valentina Sperlì, Leonardo Capuano (attori della compagnia), Paolo Spinicci (docente di filosofia teoretica all’Università degli studi di Milano), Giovanni Battista Flaccadori (presidente dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, sezione di Bergamo).
Molly Sweeney, eroina del testo di Brian Friel, è una donna cieca che «vede» attraverso il tatto. Da qui, l’invito allo spettatore a vivere la cecità della protagonista attraverso una sensibilità sensoriale e un diverso ascolto. Per questo lo spettacolo prevede trenta minuti di buio iniziale. Un buio che non vuole però essere inquietante ma una condizione ricca di rumori, suoni, musiche e vibrazioni.
Ogni spettatore avrà la possibilità di indossare una mascherina nera che verrà consegnata all’ingresso in sala per poter vivere insieme alla protagonista questa sua visione del mondo. 
Il testo, ispirato a un fatto realmente accaduto e raccontato dal neurologo Oliver Sacks nel saggio «Vedere e non vedere», apre uno squarcio profondo sui problemi etici e filosofici che la cura dei pazienti può avere sugli stessi. Brian Friel rielabora la vicenda di un singolare caso clinico e racconta la drammatica storia di Molly Sweeney: Molly è una donna di quarant’anni, cieca ma completamente autonoma, che lavora come fisioterapista in un centro benessere. Il tatto è la sua «strada» per entrare in contatto col mondo e per riconoscerlo, e supplisce perfettamente all’assenza della vista. La donna, convinta a sottoporsi ad un’operazione chirurgica, riacquista in parte la vista, ma il tanto atteso esito positivo provoca invece in lei un grande trauma. Molly si trova infatti a dover ri-conoscere il mondo, a doversi reinventare il suo orientamento, a re-imparare a vedere. Tutto ciò sfocierà in un tragico fallimento, probabilmente già intuito dalla paziente prima dell’intervento.
Un cast d’eccezione compone il trittico dei personaggi: Umberto Orsini e Valentina Sperlì nuovamente insieme dopo il recente Vecchi Tempi con la regia di Roberto Andò (2004) sono accompagnati da Leonardo Capuano.

(05/12/2007) 

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