Viaggio tra le mostre bergamasche in città

Un viaggio tra le mostre personali e collettive aperte in città consente di conoscere originali percorsi artistici, di confrontare specifiche tendenze espressive e approfondire alcuni momenti storico-artistici.

L’itinerario può prendere il via dalla mostra «Precious Baggages» di Luca Bellandi, aperta fino al 14 febbraio alla Galleria d’Arte Wunderkammer di via Tasso 107. In opere preziose nella luce e nel colore, su sfondi resi vibranti da un segno sottile e tagliente che talvolta si fa calligrafia, l’artista livornese diventa malinconico «cantastorie» del quotidiano raccontando sensazioni, segreti pensieri e stati d’animo attraverso ciò che gli uomini indossano e usano. Abiti, accessori, oggetti e manichini diventano silenziosi testimoni di ricordi ed emozioni diverse, per una pittura che più che descrivere e narrare, riesce a creare atmosfere intime e sospese.

Fino al 7 febbraio nella collettiva proposta dallo Studio d’Arte Marco Fioretti (via S. Giovanni 14) sono riuniti alcuni dei protagonisti dell’Ecole de Paris, non senza significative incursioni nell’opera di artisti italiani un po’ dimenticati: dalle tele brulicanti della Dumitrescu, città colorate visitate dalla fantasia quasi a volo d’uccello, agli impasti di grigi e marroni di Hosiasson; dai fendenti di colore di Pignon all’accumulazione di oggetti di Vautier. E ancora: lo spagnolo Tharrats, la ricerca sui materiali di Aubertin, un multiplo di Cesar e le raffinate composizioni geometriche degli italiani Bogliardi e Bozzolini. Altra interessante mostra collettiva è quella allestita fino al 15 febbraio alla Galleria Michelangelo (via Locatelli 7/e), raccolta molto ampia, dal punto di vista tematico, cronologico ed espressivo, di opere di artisti italiani e stranieri del XX secolo. Più che su un discorso d’insieme l’attenzione è concentrata dunque sulla qualità e la specificità espressiva di ogni singola opera. Tra i pezzi più significativi il penetrante «Ritratto di signora» del post-impressionista Adler, una coloratissima «Composizione» di Pignon, il «Bouquet di fiori» di Latapie (nella foto), «Il bosco» di Carlo Levi, un’ironica composizione di Enrico Prometti, i toni intensi di Vittorio Bellini.

Documenta il ruolo di aggiornamento culturale svolto negli anni Settanta dallo Studio 2B la mostra «Tetro progetto Rihabita» allestita fino al 7 marzo in Piazzetta Palazzo Zanchi (via Tasso 49), in occasione della mostra «Arte a Bergamo 1970-1981». L’area di ricerca approfondita è soprattutto quella dell’arte «percettiva» nelle diverse sperimentazioni in direzione optical e cinetico-programmata. In mostra artisti presenti all’epoca nella galleria di Lorenzo Boggi tra cui Biasi, Bill, Carmi, Colombo, Dadamaino, Daleffe, Guerrieri, Lai e Munari.

Fino al 31 gennaio, nell’atrio della Biblioteca Mai in Città Alta le fotografie di Marco Mazzoleni documentano le installazioni «Porta solstiziale» e H2O, realizzate lo scorso anno da Rodolfo Invernizzi rispettivamente nei matronei della basilica di S. Maria Maggiore e presso il portico della chiesetta di Arnosto in Valle Imagna, mentre al Circolo Artistico Bergamasco (via Tabajani 4) si confrontano fino al 5 febbraio le opere di Caludia Bianchini, Giorgio Giacomini, Katy Pesenti e Ombretta Urbani.

(28/01/2004)

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