Ecco a voi
Screamer

L’eccellenza dei motori italiani anche nei videogiochi: scopriamo insieme chi urla velocità dal profondo del cuore.

I Racing Game sono una categoria tutta a se stante nel mondo dei Videogiochi, dove non ci sono schiere di fan per un titolo piuttosto che un altro, ma sono tutti ricordati con amore e affetto: pensiamo ai grandi classici come OutRun di Sega o, in tempi relativamente più recenti, a Ridge Racer di Namco e Daytona Usa sempre di Sega. Eppure ogni volta che si parla e si elenca i grandi classici di corse viene spesso escluso un grande titolo di importanza miliare: forse perché non ha avuto una controparte Arcade in sala giochi, o forse perché i videogame per pc sono spesso sottovalutati, fatto sta che quel Screamer capolavoro dei Graffiti, meriterebbe molto più rispetto.

Il primo impatto con questo racing game tricolore è a dir poco scioccante: portando i valori di grafica al massimo dettaglio ci troviamo di fronte a uno spettacolare motore grafico, ancora oggi molto valido: già dalla intro vediamo di che pasta è fatto Screamer, con il logo dei Graffiti e della Virgin che si fondono ai sorpassi di una frenetica gara che si svolge su un circuito articolato e riccamente dettagliato in ogni sua parte. Le auto, che nel design prendono spunto da dream car del passato realmente esistenti, come l’immortale Lamborghini Countach e la sua naturale antagonista Ferrari F40, riconoscibili anche la Bugatti EB110 e la Porsche 911 turbo. Il tutto animato con fluidità, le vetture sbandano, si sorpassano e arrivano anche al contatto in una serie di emozionanti virtuosismi grafici.

Non si fa in tempo a riprendersi dallo shock della intro che ci troviamo catapultati rapidamente nelle opzioni e poi via in pista. Ben sei le modalità di gioco proposte, oltre al classico campionato e gara singola, potremo cimentarci nel Time Attack, Cone Carnage, Slalom o il bellissimo Network Game, ovvero otto giocatori in contemporanea in un’unica grande sfida emozionante e avvincente.

Tralasciando le prime due modalità che si commentano da sole, ben più attenzione meritano le altre: in Time Attack si gareggia da soli, e l’unico avversario saremo noi stessi, infatti ogni giro di pista viene registrato e diventa il nostro avversario con il quale ci misureremo. Oltre che per superare i nostri limiti questa modalità è utile per imparare le piste e imparare dai nostri errori.

Nel Cone Carnage (strage di coni), ci avviciniamo molto ai racing game moderni come Project Gotham, dove la dinamica di gioco prevede dei trick e acrobazie per proseguire. Nel dettaglio si corre sempre sul filo dei secondi, perché avremo pochissimo tempo per raggiungere la prossima fila di coni e abbatterli, in modo da avere altri preziosi secondi di gara: senza una buona tecnica, per abbattere una serie di coni, vuol dire game over certo. Nello slalom è lo stesso concetto, ma ci si avvicina di più allo Slalom sciistico, quindi anziché abbattere i coni dovremo passarci attraverso, obbligandoci a prendere traiettorie particolari e impegnative: ancora una volta l’abilità e la tecnica di guida è tutto.

Tutte le modalità si disputano su sei piste, con le prime tre subito disponibili, mentre le restanti tre bisogna guadagnarle vincendo gare su gare, di crescente difficoltà: dovrete sudare le proverbiali sette camicie per riuscire a farle nostre. Parlando di difficoltà, la curva di apprendimento è ben calibrata, con le prime gare impegnative ma non impossibili: di aiuto è il sistema di guida, puramente Arcade e semplificato, niente tecnicismi alla Gran Turismo. Questo non vuol dire però che sarà una passeggiata, dominare tutte le vetture richiede molto allenamento, soprattutto nella gestione della frenata: una troppo decisa “inchiodata” farà bloccare le ruote posteriori, con il conseguente testa coda che vi farà perdere preziose posizioni in pista, anche se i piloti più abili useranno questa caratteristica per tagliare gli stretti tornanti delle tortuose strade cittadine, in quello che è forse il tracciato più bello di Screamer.

Quando saremo pronti per il torneo dovremo confrontarci con l’AI (intelligenza artificiale) che comanda gli avversari controllati dal computer, ed è bene non sottovalutarli. Agguerriti e a volte non troppo zelanti vi daranno del filo da torcere, non mancheranno di darvi delle toccatine, che vi spiattelleranno sui muretti di cinta, facendovi perdere secondi preziosi: superarli non sarà facile.

Da un lato la vostra concentrazione dovrà essere totale, dall’altro a volte sospirerete per non avere tempo di godervi gli splendidi scenari che circondano le piste. Da enormi edifici a splendidi monumenti che sembrano salutare a bordo pista, senza contare che queste strutture megalitiche sono attorniate da tanti oggetti in movimento, che rendono il tutto molto reale e credibile. Poi alzate gli occhi e vedete il cielo. Di un blu spettacolare, è qualcosa ancora oggi di incredibile, probabilmente uno dei cieli più belli mai visti in un videogioco: perdersi nel suo riflesso sui parabrezza della macchine, illuminate in modo diverso dalle sorgenti di luce, è questione di un attimo.

Per un racing game la grafica è sicuramente l’aspetto più importante, e quella di Screamer è di una qualità superiore, ancora oggi non è invecchiata minimamente, tanto bella da surclassare in termini sia estetici sia tecnici quella dei più blasonati titoli Sega e Namco: se a questo uniamo anche il comparto audio di gran classe, otteniamo tutti gli elementi per un must have del suo genere.

Nell’arringa finale non ci resta più niente altro da aggiungere, se non un sincero ringraziamento ad Antonio Farina per averci regalato il più bell’urlo dei motori che un utente MS-DOS poteva mai sperare: e chissà se prima o poi Milestone non decida di graziarci di una versione aggiornata di questo grande classico su Steam, dove ormai tutto sembra possibile.

Se poi volete provare sulla vostra pelle l’ebrezza della velocità di Screamer, in un appassionante sfida a 8 giocatori in contemporanea, vi basta davvero pochissimo: RetroEdicola Club si trova a Bergamo, il via Gabriele Rosa 18c, con questo ed altri grandi classici tutti da riscoprire insieme.

Di Antonio Farina – Graffiti (oggi Milestone) (1995) – MS-DOS

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