The Division:
sopravvivere a New York

Un’affascinante, bella e sofferente New York, insieme ad un gameplay solido e divertente, fanno di Tom Clancy’s: The Division un prodotto online dal grande potenziale. Destiny deve tremare?

Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One e PC
Genere: Sparatutto in terza persona (solo online)
Sviluppatore: Ubisoft Massive
Produttore/Distributore: Ubisoft
PEGI: 18

The Division è senza dubbio uno dei videogiochi più attesi dell’anno. Se ne è parlato moltissimo prima del lancio, soprattutto negli ultimi mesi in seguito alla beta pubblica che ha permesso a molti videogiocatori di provare il titolo Ubisoft prima dell’arrivo sugli scaffali dei negozi. Dopo un’imponente e capillare campagna pubblicitaria, siamo finalmente arrivati di fronte alla definitiva prova del gamepad.

The Division è ambientato in una New York caduta completamente nel caos a causa di un virus letale che si è diffuso tramite banconote infette nel giorno del Black Friday. In pochi giorni l’epidemia decima la città, che è stata prontamente isolata dal resto del mondo, mentre le risorse primarie si esauriscono portando alla nascita di fazioni di ribelli che si contendono quel che rimane della metropoli americana. All’interno di questa post-apocalittica cornice narrativa, il giocatore veste i panni di un agente della Divisione, forze speciali che vengono chiamate all’azione dal governo nei casi di estrema crisi.

Come è ben noto, i videogiochi «only online» non hanno nella narrativa il loro punto di forza e The Division non sembra voler fare eccezione. Esiste una campagna principale con qualche scena di intermezzo, ma il tutto scorre senza colpi registici ad effetto e con personaggi e trama decisamente dimenticabili. Quello che però non si dimentica è l’atmosfera della New York bella e dannata ricostruita dai ragazzi di Ubisoft, capace di mettere su schermo uno scenario fatiscente, credibile, affascinante, dove le strade affollatissime di auto abbandonate la fanno da padrone.

Sin dalle prime sparatorie, ci si accorge immediatamente della qualità dello sparatutto in terza persona targato Ubisoft. La precisione dei movimenti, l’ottimizzazione delle coperture improvvisate che può sfruttare il giocatore e la risposta delle armi. Un feeling di gioco al quale ci si abituerà ben presto e sarà difficile lasciare. Il tutto è reso ancora più divertente dalla presenza di un buon numero di armi ed equipaggiamenti, tutti personalizzabili, potenziabili o creabili da zero tramite un discreto sistema di crafting. La New York di The Division è una città aperta e completamente esplorabile, all’interno della quale il giocatore può prendere parte a missioni principali e secondarie sia in solitaria che insieme ad altri compagni. Purtroppo è proprio su questo aspetto che The Division delude. Le missioni disponibili, seppur alcune ben confezionate e divertenti da completare in cooperativa, sono spesso molto simili fra loro: nella maggior parte dei casi si devono salvare ostaggi, proteggere risorse o recuperare degli oggetti, con rare eccezioni.

Dopo le iniziali ore di stupore dovute all’eccezionale presentazione grafica della New York messa in ginocchio dal virus e l’ottimo feeling di gioco, il giocatore comincia a volere qualcosa di più. Qualcosa che però, purtroppo, non arriva. Una volta completata la campagna, le missioni secondarie e raggiunto il livello massimo (30), al giocatore non resta che la Zona Nera. Un’area di New York, accessibile da subito, dove è consentito il gioco Player-Vs-Player (giocare contro altri giocatori) e in cui si trovano armi molto più efficaci e rare di quelle reperibili nel resto di New York, che però vanno decontaminate prima di poterle utilizzare. In questa area si attiva inoltre un livello giocatore secondario – denominato grado – il cui incremento è fondamentale per poter utilizzare le armi recuperate nella Zona Nera.

All’interno di questa zona PvP si possono seguire due strade: o continuare a giocare in cooperativa con altri giocatori oppure eliminare gli altri agenti ottenendo bonus, ma al tempo stesso lo status di ricercato. Attualmente nella Zona Nera non esistono vere e proprie missioni e tutto è lasciato all’iniziativa dei giocatori presenti. Sebbene inizialmente la possibilità di scannarsi a vicenda per ottenere armi migliori sia certamente divertente, per mantenere alto l’interesse nei mesi a venire sarà fondamentale che Ubisoft proponga contenuti più corposi e stimolanti.

Molto interessante – e per certi versi innovativo – il sistema di crescita del personaggio. Oltre al tradizionale levelling tramite punti esperienza, c’è uno sviluppo del personaggio legato a doppio filo ai tre dipartimenti di cui la base operativa è composta: tecnologico, medico e di sicurezza. Missioni principali e alcuni incarichi secondari sono infatti assegnati dai dipartimenti, e una volta completati sbloccano crediti utili per attivare potenziamenti alla base. Gli upgrade dei dipartimenti permettono a loro volta di attivare abilità del personaggio. Il giocatore può sfruttare contemporaneamente un numero limitato di skill, ma queste possono essere selezionate a seconda del proprio stile in qualsiasi momento sul campo di battaglia. Inoltre, alcuni potrebbero non apprezzare la mancanza di un sistema di classi (presente invece nel competitor diretto Destiny), la cui assenza potrebbe portare a personaggi poco differenziati fra loro nonché limitare la longevità dell’esperienza (ricominciare il gioco con un nuovo personaggio non avrebbe senso).

Un’affascinante, bella e sofferente New York, insieme ad un gameplay solido e divertente, fanno di The Division un prodotto online dal grande potenziale, in grado di far tremare la concorrenza. La monotonia delle missioni e la mancanza di contenuti più corposi nella Zona Nera potrebbero però portare alcuni giocatori ad abbandonare i server del nuovo arrivato di casa Ubisoft anzitempo. Il futuro di The Division dipenderà dunque dalla pubblicazione di nuovi contenuti in grado di garantire un costante e solido interesse attorno al prodotto.

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