«Argento vivo»
tagliente e ottimista

«Se non ha niente di significativo da dire e vuole semplicemente fare dei discorsi grammaticalmente ineccepibili, smetta di scrivere romanzi e si candidi per il Partito Democratico»: così Leo, ingegnere informatico a contratto, apostrofa Giacomo, scrittore famoso che ha perso l'ispirazione in «Argento vivo» di Marco Malvaldi (Sellerio).

Lo stile dello scrittore pisano, chimico di professione ma ormai da anni felicemente prestato alla narrativa, è così: ironico, brillante, a tratti un po' irriverente. Galeotto è il romanzo del protagonista Giacomo Mancini, giocatore di golf e autore molto prolifico ma ormai sul viale del tramonto. Il libro sta per uscire, lui si è già sottoposto alla tortura delle interviste per i quotidiani quando la sua casa viene rapinata e i ladri gli portano via il computer dove ha salvato il file, l'unica copia esistente.

Da questo file, che diventa «argento vivo» passando di mano in mano, prende vita la giocosa macchina narrativa di Malvaldi. Se volete divertirvi e incominciare a prendere confidenza con questa commedia degli equivoci contemporanea, andate a pagina 13 e leggete la descrizione dei personaggi, inserita così all'inizio con un gusto un po' teatrale. Scoprirete per esempio che soprattutto le donne sono caratterizzate in modo particolare: «Paola, architetto, ama le cose belle e la vita tranquilla. Nonostante questo, ama anche Giacomo», oppure «Letizia, per vivere insegna a leggere, per sopravvivere programma la vita a Leonardo. Che ama, nonostante tutto». E ancora: «Corinna, agente scelto. Abbondante di statura, un po' scarsa di prospettive».

Davvero ben riuscito l'intreccio dei personaggi, molto diversi tra loro, tutti finemente tratteggiati, con una densità quasi scultorea, uniti da una sorta di gioco alchemico. La trama scorre con grande piacevolezza, lo sguardo di Malvaldi sulla realtà è tagliente e non risparmia nessuno. Allo stesso tempo, però, è anche ottimista e sorridente. Imperdibili le scenette tratte dal tran tran quotidiano, come questa, tra Leo e Letizia: «Senti amor mio che fa il critico letterario, io oggi avevo il consiglio di classe alle due e poi il ricevimento fino alle sette - disse Letizia. - La prossima volta, invece di stare lì a deliziare i tuoi due lettori e mezzo ti metti il grembiule e mi dai una mano». Una nota a margine: non è un giallo, non c'è un mistero, ci sono una rapina e delle indagini, l'intreccio è vivace come quello di una fiction, ma non superficiale. A tirare i fili è il caso (e ogni tanto la malasorte) e poi ci sono le storie delle persone, con il loro carico di emozioni, desideri, speranze e delusioni, che tra una risata e l'altra offrono anche l'occasione per riflettere sulla vita.

Sabrina Penteriani

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