Pur nella tempesta, continuate
a mandare anche messaggi positivi

Questo spazio è dedicato ai lettori che ci scrivono per condividere i loro sentimenti, i progetti in questo momento di isolamento forzato per combattere il coronavirus. Scrivete al nostro indirizzo email: [email protected] oppure attraverso la pagina Facebook de L’Eco di Bergamo.

Diamo spazio, qui e sul giornale, ai lettori che vogliono condividere i sentimenti, i progetti in questo momento di isolamento forzato per combattere il coronavirus. Scrivete al nostro indirizzo email: [email protected] oppure attraverso la pagina Facebook de L’Eco di Bergamo.
Molti ci mandano foto di bambini: è importante che nella mail entrambi i genitori autorizzino, anche indicandolo semplicemente nella email, la pubblicazione dell’immagine.
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Continuiamo a pubblicare alcuni dei messaggi e delle lettere che stanno arrivando alla nostra redazione.

«Non vorrei essere in nessun altro posto del mondo. Sono sempre più orgoglioso di essere bergamasco, e non vorrei essere in nessun altro posto al mondo.

Sono davvero sempre più fiero di come, i bergamaschi e i lombardi, stanno reagendo ad una disgrazia epocale. Sempre a testa alta, con il dolore silenzioso e straziante della sua gente che piange, prega e lotta.

Ma qui si reagisce, sappiatelo, e faremo un fottuto rumore quando sarà il momento.

E ci sentirete forte, col nostro accento ancor più marcato, ancor più orgogliosi.

Ma, se ce la fate, anche in questi giorni neri, non smettete di mandare messaggi positivi. Mai.

Anche nella tempesta, anche nel mare in burrasca, gettate una bottiglia con un messaggio di speranza e gioia al suo interno.

Non scrivo molto in questi giorni, la testa va sempre dove non dovrebbe andare. Ma oggi ho visto che un amico di Facebook aveva appeso un cartello, a casa, che riportava la scritta “Bentornato nonno”.

Un nonno che è tornato a casa dall’ospedale, che sta vincendo la sua battaglia, ed è lui che mi ha convinto a scrivere queste righe. Non può esserci solo il nero lì fuori.

E poi leggo di un grande amico in ospedale che migliora, che ci manda messaggi positivi, e che presto - ne sono certo - tornerà a casa ad illuminare il nostro paese.

Ma ora, vi prego, se ce la fate, non smettete mai di mandare anche messaggi positivi.

Perché quelli, è risaputo, fanno guarire.

Davvero: non vorrei essere in nessun altro posto del mondo. Io sono bergamasco». 
Stefano

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