«Oltreilcancro.it»
per dare speranze

Si sono trovati ad affrontare un problema di salute molto serio. Sì, insomma, hanno (o hanno avuto) il cancro e, sfidando tutti i tabù, non hanno paura a dirlo. Non solo. Hanno voluto raccontare la propria esperienza su Internet, aprendo dei blog, vale a dire dei diari virtuali, che sono stati poi raggruppati nel portale «Oltreilcancro.it».

Si sono trovati ad affrontare un problema di salute molto serio. Sì, insomma, hanno (o hanno avuto) il cancro e, sfidando tutti i tabù, non hanno paura a dirlo. Non solo. Hanno voluto raccontare la propria esperienza su Internet, aprendo dei blog, vale a dire dei diari virtuali, che sono stati poi raggruppati nel portale «Oltreilcancro.it».

Un «blog dei blog», che raccoglie i post, ovvero gli scritti, degli autori, che trattano il tema della malattia talvolta anche – sembra strano dirlo – scherzandoci sopra. E lo fanno per rendere più «umano» un male che ha sconvolto le loro vite e con il quale devono convivere. Loro la chiamano «blogterapia».

Gli autori sono 16, tra cui anche una giovane bergamasca che vive nella Bassa. I nomi dei loro blog sono tra i più disparati: «Ho il cancro», «Stories from the underground», «Oltre lo specchio», «Il mio karma», «Ho il cancro ma sorrido», «L'insieme di Julia», «A casa di Marmiga», «Impressioni di settembre», «Contro il cancro con un sorriso», «Voglio parlare», «Il codice di Hodgkin», «Io, me e Hodgkin», «Stribili», «On the Widepeak» e «Le nebbie di Avalon 2.0».

«Oltreilcancro.it è il progetto comune di alcune persone che si sono trovate ad affrontare il cancro e hanno scoperto che parlarne e scriverne in un blog è di grandissimo aiuto – spiegano gli ideatori del portale –. È un sito web in cui si parla di chemioterapia, di nausee, di parrucche, di anche sbilenche e della forza inesauribile della vita quando, anche davanti alla malattia, non ci si rassegna affatto ad aspettare il peggio ma, anzi, si decide di tirare fuori il meglio da sé e dalla situazione. Per andare oltre, appunto».

Tutti gli autori usavano già Internet prima della malattia: «Ognuno di noi ha cliccato su Internet il proprio tumore di nascosto – spiegano –. O quello di nostra mamma, nostra sorella, nostro padre. Lo abbiamo fatto tardi, di notte, quando gli altri dormivano, come se fossimo alla ricerca di chissà quale sito proibito. E, nella maggior parte dei casi, abbiamo trovato solo lo sconforto che si accumula dietro la freddezza della statistica, di quattro dati e, spesso, tanta confusione». Di qui l'idea di realizzare il portale: «Oltreilcancro.it ha invece l'ambizione di essere il posto nel quale approdare per sapere che sì, la chemio è tosta, e sì, fa perdere i capelli, e sì, il tumore può tornare. Ma anche che si può vivere bene, addirittura senza stomaco. Che si può imparare dalla malattia, che si possono crescere dei figli piccoli e che si può sperare di vederli crescere. Che si deve sperare».

«I nostri blog – aggiungono – sono diari nei quali la scrittura è utilizzata in maniera terapeutica, ma non si parla solo di cancro. Perché la malattia investe in genere una vita piena di affetti, impegni, interessi, responsabilità, vite magari disordinate, ma piene, paradossalmente arricchite da un'esperienza normalmente considerata devastante». Ecco allora anche post su argomenti differenti, come quello di Silvia che «rimprovera» il suo mito Vasco per le sue parole sul cancro, come fosse una condanna a morte definitiva. Non lo è e «Oltreilcancro.it» è lì per raccontarcelo.

Fabio Conti

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