Rosolia in gravidanza
Poche donne vaccinate

Ogni anno in Italia decine di bambini hanno complicazioni anche gravi, o non vengono proprio al mondo, a causa della rosolia, una patologia per cui esiste un vaccino già dagli anni '70, ma che se presa in gravidanza può provocare danni molto gravi.

Lo sottolinea una circolare del ministero della Salute, secondo cui nel 2012 si è avuto un picco nei casi sia della malattia presa durante la gestazione sia della conseguente «sindrome da rosolia congenita», nome sotto cui vanno tutte le complicazioni che sorgono quando il virus si trasmette al nascituro prima del secondo trimestre.

Se il virus viene contratto durante la gravidanza, spiega la nota, si possono verificare aborto spontaneo, morte intrauterina del feto, gravi malformazioni fetali e, nel bambino, ritardo di acquisizione delle tappe dello sviluppo. «Nel 2008, in concomitanza con l'epidemia di rosolia, è stato registrato un picco di incidenza di infezioni rubeoliche congenite e in gravidanza - si legge nel documento sul sito - un nuovo picco, sebbene inferiore al precedente , è stato rilevato nel 2012».

La rosolia e il morbillo sono l'obiettivo di un piano nazionale varato nel 2011 che li dovrebbe eliminare entro il 2015 grazie soprattutto ad una maggiore diffusione del vaccino trivalente, che protegge anche dalla parotite. Per quello che riguarda il morbillo ci sono 8,3 casi per milione di abitati, un numero che in Europa ci vede dietro solo alla Romania e alla Gran Bretagna.
Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità, presentati in occasione della settimana europea delle vaccinazioni, tra il 2005 e il 2012 ci sono stati invece 95 casi di rosolia in gravidanza, di cui 17 solo nell'ultimo anno, che hanno portato a 23 interruzioni di gravidanza, 24 sindromi da rosolia congenita e un bimbo nato morto. Nello stesso periodo i casi di rosolia congenita sono stati 59, di cui 16 nel 2012.

Questi numeri sono tra i più alti in Europa, fatta eccezione per Polonia e Romania, come confermano i dati diffusi dall'European Center for Diseases Control (Ecdc), mentre paesi come Austria e Olanda non hanno praticamente più casi della malattia.

Il problema da noi, sottolinea la nota del ministero, è la copertura vaccinale insufficiente. «La copertura vaccinale contro la rosolia è aumentata dall'82% nel 2003 all'89,9% nel 2011 - sottolinea la nota, che detta le nuove procedure per la segnalazione dei casi e per il trattamento della patologia -, ma è ancora al di sotto della soglia del 95%, prevista dal Piano per il raggiungimento dell'obiettivo di eliminazione. Anche la copertura vaccinale delle adolescenti (75% e delle donne in età fertile è inferiore al tasso critico utile per impedire la circolazione virale».

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