Bpco, un nuovo farmaco migliora del 21%
la capacità di fare esercizio fisico
È in questi giorni disponibile anche in Italia e secondo gli studi clinici condotti per la registrazione da parte delle autorità regolatorie europee (Ema) ed italiane (Aifa), consente di migliorare del 21% la capacità di fare esercizio fisico. Fatto importante per molti malati che rinunciano anche a uscire di casa e fanno fatica persino ad allacciarsi le scarpe.
«La BPCO - spiega Francesco Blasi, docente di Malattie respiratorie all’Università di Milano - è una condizione dell’ apparato respiratorio caratterizzata da ostruzione al flusso aereo, cronica e non completamente reversibile cui contribuiscono in varia misura alterazioni bronchiali (bronchite cronica), bronchiolari (malattia delle piccole vie aeree) e del parenchima polmonare (enfisema)». E’ causata dall’inalazione di sostanze nocive, soprattutto fumo di tabacco, che determinano, con vari meccanismi, un quadro di infiammazione cronica. Si manifesta con tosse e catarro cronici e difficoltà di respirare (dispnea), inizialmente da sforzo e successivamente anche a riposo».
Proprio la dispnea è il sintomo principale - secondo gli esperti - di chi soffre di questa patologia. Lo conferma uno studio su 2.441 pazienti affetti da BPCO condotto in 17 paesi europei, e in un sondaggio che ha coinvolto 4000 malati di 13 Paesi, è emerso che il primo obiettivo cui mira chi soffre di Bpco è di minimizzare i sintomi. In Italia se lo augurano 6 pazienti su 10.
Nelle forme più lievi - per gli esperti - può bastare una sola broncodilatazione, ovvero ’basta aprire una finestrà.
Spesso però diventa necessario ’raddoppiarè la possibilità di dare aria ai polmoni. Questo è l’obiettivo della doppia broncodilatazione: l’associazione tra un farmaco antimuscarinico (umeclidinio), in grado di limitare gli eventi biochimici all’origine della bronco costrizione, e il vilanterolo, che stimola i recettori beta2 presenti sui bronchi con un’ attività farmacologica che si sviluppa in un tempo estremamente breve (circa 5 minuti), con conseguente sollievo pressoché immediato da parte del paziente. Entrambi sono attivi per 24 ore.
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