Psicologo e dietista
per fare pace col cibo

«Mangio pochissimo ma non riesco a dimagrire». Quante volte ve lo siete detto? «Ogni giorno mi sembra di lottare contro il cibo». Quante volte lo pensate? «Penso sempre al cibo». Quanto è difficile resistergli? «Non mangio perché ho fame ma mangio per noia». Quante volte sfogate i vostri stati d’animo assumendo cibo?

Queste sono le principali affermazioni che la dottoressa Giannina Percassi, dietista in Habilita Poliambulatorio di Clusone e la dottoressa Simona Ruggeri, psicologa nella stessa struttura, sentono più di frequente nei loro studi quando vengono a contatto con persone che vogliono migliorare il loro rapporto con il cibo.

«Quando qualcuno ci contatta – spiega la dottoressa Percassi – è perché crede di aver bisogno di un supporto per tornare in forma, migliorare il rapporto con il proprio corpo e superare le difficoltà legate al cibo, nella maggior parte dei casi, però, è essenziale che la parte psicologica e quella dietistica lavorino in sinergia. Nel corso degli ultimi 5 anni in cui io e la dottoressa Ruggeri abbiamo lavorato insieme, ci siamo rese conto che per avere dei risultati ottimali è fondamentale svolgere un lavoro di equipe psico-nutrizionale. Dal punto di vista dietistico è importante valutare l’obiettivo del paziente (per avere un buon risultato è importante avere un obiettivo realistico); strutturare uno schema dietetico in base alle caratteristiche, gusti personali e stili di vita del paziente e, infine, conoscere la motivazione: se svolge o no attività fisica, la gestione dei pasti, il lavoro, la famiglia, ecc. In base agli obiettivi realistici prefissati è quindi possibile effettuare un calcolo sulla tempistica del calo di peso: pensare di perdere diversi chilogrammi in poco tempo è assurdo perché, non solo si recuperano facilmente, ma si perdono liquidi, muscolo e non grasso. Le diete drastiche che prevedono beveroni, barrette, digiuni, restrizioni, estrema attività fisica o che promettono miracoli in poco tempo non sono la scelta migliore e sono sconsigliate».

«Da un punto di vista psicologico – prosegue la dottoressa Ruggeri – è necessario raccogliere la storia di vita della persona e le dinamiche individuali e familiari che si sono consolidate nel rapporto con il cibo. Inoltre è fondamentale anche capire come la persona percepisca la sua situazione, il rapporto con il proprio corpo e la gestione delle emozioni. Per affrontare una dieta in modo sereno non serve solo che l’ago della bilancia segni il peso ideale, ma che la persona si senta bene con se stessa».

A volte delle piccole imperfezioni o difetti – mi riferisco ad esempio ai fianchi larghi, alle braccia a “tendina”, oppure alle classiche “maniglie dell’amore” – diventano delle vere e proprie ossessioni che non permettono di apprezzare i risultati raggiunti. Il nostro lavoro di equipe - prosegue Simona Ruggeri - ci permette (con il consenso del paziente) di condividere le ipotesi professionali e confrontarci su quali potrebbero essere i punti forza o debolezza della persona. In questo modo ogni professionista durante il suo lavoro individuale con la persona riesce a tenere ben presente nel suo intervento anche le riflessioni fatte in equipe in modo da supportare il paziente a 360 gradi. Lo sportello psico-nutrizionale ha come obiettivo quello di aiutare le persone con problemi legati al peso ad affrontare da un punto di vista dietistico e psicologico la relazione con il cibo ed il proprio corpo».

L’intero percorso psico-nutrizionale è naturalmente supportato e costantemente visionato da una figura medica, oltre che dalle specialiste in psicologia e nutrizione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA