Un raggio laser
per curare la miopia

È il difetto della vista più frequente al mondo. In Italia riguarda circa il 25% della popolazione, cioè 1 persona su 4, giovani compresi. Parliamo della miopia, ovvero il difetto refrattivo che impedisce di vedere bene a distanza.

Costantemente in aumento negli ultimi 40 anni (negli anni Settanta riguardava il 13% della popolazione) il problema può insorgere a tutte le età anche se spesso si sviluppa nell’adolescenza per poi stabilizzarsi intorno ai 20-25 anni. Prevenirla è possibile in minima parte. Non resta che far sempre ricorso alla giusta correzione. In alternativa a lenti e lenti a contatto, per curarla in modo duraturo, è possibile sottoporsi a un intervento di chirurgia refrattiva con il laser PRK. Come ci spiega il dottor Giulio Leopardi, responsabile dell’unità di oculistica del Policlinico San Pietro e dell’attività ambulatoriale del Policlinico San Marco, struttura che vanta una grande esperienza nell’ambito della chirurgia refrattiva con macchinari e tecnologie sempre all’avanguardia, sicure e a tariffe accessibili.

Dottor Leopardi, come si fa a sospettare di essere miopi?

«I sintomi tipici sono: visione sfuocata quando si guardano gli oggetti lontani (quanto maggiore è il difetto visivo, tanto minore è la distanza alla quale si vede bene); necessità di strizzare gli occhi, per cercare di mettere a fuoco gli oggetti lontani; affaticamento della vista e mal di testa per il continuo sforzo di messa a fuoco».

Quali sono le cure?

«I metodi più comuni per correggere la miopia sono gli occhiali da vista e le lenti a contatto. Nei bambini e negli adolescenti fino ai 14-16 anni è preferibile la correzione con occhiali, seguendo alcuni accorgimenti, ovvero preferire modelli in cui il margine superiore della montatura arriva al sopracciglio; usare lenti infrangibili; fare in modo che l’occhiale venga portato praticamente sempre (è importante che al cervello arrivino immagini nitide, per evitare uno stimolo al peggioramento del difetto). Un’altra opzione per correggere la miopia è la chirurgia cosiddetta refrattiva, indicata quando la miopia sia stabile da almeno un anno e successivamente ad un’attenta valutazione dell’occhio con esami specifici (misura dello spessore corneale, mappatura della cornea, valutazione del diametro pupillare etc.) che permettono di selezionare correttamente i candidati all’intervento».

In che cosa consiste dunque la chirurgia refrattiva?

«La più conosciuta e diffusa forma di chirurgia refrattiva (PRK) si avvale dell’uso del laser a eccimeri che agisce rimodellando la superficie anteriore della cornea, la prima lente dell’occhio, dopo che meccanicamente viene asportato l’epitelio di superficie (con una procedura chiamata disepitelizzazione), scolpendovi una “lente a contatto naturale” del potere diottrico desiderato per la correzione del difetto. Solo la precisione del raggio laser può permettere di asportare lembi di tessuto corneale di un micron (un millesimo di millimetro) a ogni “spot” (colpo). Perché l’intervento abbia gli esiti desiderati, oltre alla tecnologia laser, fondamentale è la fase pre-operatoria e in particolare l’esatta valutazione del difetto refrattivo, della curvatura e dello spessore corneali, del diametro della pupilla, dati da cui discende il programma computerizzato personalizzato per il trattamento di ogni occhio. Per questo motivo vengono effettuati con grande attenzione gli esami preliminari, nel corso dei quali questi parametri vengono valutati più volte. Il trattamento di superficie (PRK) è assolutamente indolore per il paziente, che ha l’occhio anestetizzato. I fastidi e il dolore iniziano due – tre ore dopo l’intervento e si protraggono un paio di giorni. In genere la guarigione completa richiede circa due - tre mesi. È utile ricordare che il trattamento laser viene costruito sul valore presente al momento. Per questo si operano pazienti che abbiano superato i vent’anni di età e che abbiano un valore di correzione stabile da un paio d’anni. Non è prevedibile un eventuale cambiamento successivo al trattamento».

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