Petronio, da maggio
anche la sartoria

Tornare alle origini, al lavoro manuale e a quei piccoli interventi sartoriali anche veloci che la modernità richiede ma a cui non sempre sa rispondere. Petronio aggiunge una nuova attività: si chiama «Sartoria di riparazioni Petronio».

Tornare alle origini, al lavoro manuale e a quei piccoli interventi sartoriali anche veloci che la modernità richiede ma a cui non sempre sa rispondere. Petronio aggiunge una nuova attività alla sua storica realtà commerciale e al secondo piano del bel palazzo di via Locatelli, proprio sopra la boutique, ecco che nasce una sartoria vecchio stile. Si chiama «Sartoria di riparazioni Petronio» e qui c'è una sarta italiana e tre macchine da cucire che saranno in azione da maggio, proprio accanto agli uffici della famiglia Salvi, titolare del negozio di alta moda. «L'idea è nata per rispondere alle esigenze dei clienti che, dopo aver acquistato un capo, hanno bisogno di piccoli ritocchi, ma anche di chi in zona gravita per lavoro e necessitano anche solo di una riparazione veloce» spiega il titolare Roberto Salvi che la storica attività l'ha ereditata dai genitori insieme al fratello Dario.

E i ricordi di famiglia affiorano, con il pensiero che torna alla mamma, Rosalia Anfilocchi, sarta sul Sentierone negli anni Cinquanta: «Lavorava nella sartoria Rebuccini - ricorda Roberto Salvi -. Poi conobbe mio padre, Atuel Salvi, e aprirono negli anni Quaranta la Salfra in via Baioni». Che realizzava soprattutto abbigliamento in pelle, di alta qualità. La boutique Petronio arriva nel 1954 e ora, dopo il recente outlet aperto in via Quarenghi, si aggiunge un nuovo pezzo di attività (l'orario è il medesimo della boutique), semplice nel suo sapore antico, che fa pensare alle sartine di un tempo che senza mai togliere il ditale, lavoravano con maestria tra ago, filo e forbici. E allora, tra un orlo da accorciare di un abito da sera e un pantalone da stringere acquistato in boutique, ecco che l'avvocato o il notaio che lavorano in centro hanno bisogno di attaccare un bottone appena saltato o devono dare due punti all'orlo scucito. Salvi si ingegna e punta a coprire un bisogno comune, quotidiano, quasi ovvio ma non sempre così fruibile.

E da cosa nasce cosa, viene da pensare, come se questo progetto, dai tratti delicati e caserecci, sia solo l'inizio di qualcosa di più sartoriale. «Diamo tempo al tempo» sorride Salvi, mentre sfoglia gli album di famiglia dove Rosalia prende le misure a un giovane Fausto Coppi. Poi Salvi ricontrolla la sartoria, affinchè tutto sia in ordine: «Ci tengo alla precisione - spiega -, proprio come faceva mia madre».

Fabiana Tinaglia

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