Mongol Rally 2009
Mercoledì 19 Agosto 2009
Problemi al confine
e gli occhiali rotti
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L’utilitaria non è stata però inattiva nell’area in cui tutte le auto del rally sono confinate: è stata organizzata una partita di calcio e la nostra Pandina era un palo di una porta. Il mio match è durato 5’ perché una violenta pallonata mi ha spaccato gli occhiali e ferito lievemente il viso. Un inglese, che lunedì aveva superato il confine russo, è stato molto più sfortunato di me: la sua jeep Suzuki si è ribaltata nella «terra di nessuno», ovvero nel lembo di territorio tra le due frontiere, lui non aveva le cinture di sicurezza allacciate ed è stato scaraventato fuori. Un’ambulanza l’ha ricondotto in serata in Russia, sembra che sia grave, con un trauma cranico e varie ossa rotte.
Noi ci stiamo arrangiando, il problema è che Marco Carrara ha l’aereo di rientro il 22 agosto (io il 25) e già così siamo in ritardo, considerato che circa 1.700 km ci separano da Ulaanbaatar e per attraversare il Paese a sud, sulla strada sterrata più praticabile che lambisce il deserto dei Gobi, sono necessari almeno 3-4 giorni. Purtroppo stavolta sono molto conciso e non sono in grado di inviare fotografie. Il modem satellitare non funziona, è praticamente impossibile captare il segnale, qui ci sono quattro case, un negozietto di alimentari ma non c’è internet, per cui ho domandato a un mongolo che abita a Olgii se può inviare per me in Italia almeno questi testi che ho preparato. Alla prossima.
Marco Sanfilippo
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In viaggio verso la Mongolia