Treviglio, Covid e variante inglese
«Laboratori in rete per individuarla»

Prima il tampone positivo, poi l’invio ai centri specializzati di Milano o Pavia
Dal 14 luglio effettuati 63.498 test molecolari

Si conclude lunedì la somministrazione dei vaccini antiCovid 19 ai circa 2.700 dipendenti dell’Asst Bergamo Ovest, in attesa che la seconda dose venga inoculata, a partire dal 24 gennaio, ai primi 60 soggetti vaccinati, nel rispetto delle tre settimane di attesa per il richiamo.

Tutto, dunque, prosegue come da programma in questa prima fase di vaccinazione, che ha visto impegnato il personale medico e infermieristico dell’Asst Bergamo Ovest nel vaccinare non solo i dipendenti della stessa Azienda, ma anche circa 600 soggetti tra medici di base, pediatri e rispettivo personale di studio, e i 1.000 che operano per il soccorso d’urgenza nelle Croci Rosse e Bianche. Operazioni che si sono svolte negli appositi locali ricavati nel reparto di Oculistica dell’ospedale di Treviglio e nel Subacuti del presidio ospedaliero di Romano.

«La prima fase di inoculazione del vaccino anti – Covid della Pfizer – fanno sapere dalla direzione dell’Asst Bergamo Ovest – è stata effettuata su tutti i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e il loro personale compreso. Ha avuto termine ed è completata anche la vaccinazione per coloro che prestano servizio nelle Croci. Ora attenderemo come prassi i 21 giorni prima di avviare la seconda fase di campagna vaccinale». Va ricordato che l’ospedale di Treviglio è uno dei centri di distribuzione del vaccino (conservato in apposito frigo a meno 80° centigradi) che poi è consegnato a 24 Rsa del territorio, comprese le due dell’Alto Cremasco di Rivolta d’Adda e Vailate: dosi che vengono poi inoculate a ospiti e dipendenti dal personale infermieristico interno alla Rsa.

Intanto prosegue anche l’effettuazione dei tamponi molecolari, nei quattro «drive through Covid» di Treviglio, Dalmine, Ponte San Pietro e Martinengo, sempre gestiti con proprio personale dall’Asst Bergamo Ovest. Complessivamente, dal 14 luglio, ne sono stati effettuati 63.498, la maggior parte dei quali nel punto allestito nel piazzale della Fiera di Treviglio, qui ubicato dallo scorso 9 novembre.

Nei giorni scorsi anche nella nostra provincia è stato rilevato un primo caso di variante inglese al coronavirus, dopo l’esito positivo di un tampone molecolare effettuato a Treviglio su un uomo bergamasco di rientro dal Regno Unito, dove si trovava per lavoro, ora in isolamento obbligatorio da sei giorni.

«Il laboratorio d’analisi dell’ospedale di Treviglio aveva infatti trovato la positività al virus nel soggetto in questione che dopo il soggiorno in Inghilterra era rimpatriato – rendono noto sempre dall’Asst Bergamo Ovest –. Quindi, nel rispetto di tutte le necessarie procedure indicate dal ministero della Salute, lo stesso campione è stato inviato a uno dei due specifici centri di riferimento della nostra regione (uno a Pavia e l’altro a Milano, ndr) per le conseguenti analisi, che hanno fatto emergere come i parametri rientrassero tra quelli della VOC 202012/01, appunto la variante del Covid – 19». Una variante che secondo i dati forniti dall’Organizzazione mondiale della Sanità, dallo scorso 14 dicembre è stata rilevata il almeno 50 Paesi del mondo.

Rimanendo in tema di tamponi, sempre a «TreviglioFiera» prosegue anche l’esecuzione di quelli rapidi riservati alla popolazione scolastica. L’Asst Bergamo Ovest gestisce dallo scorso 26 novembre l’effettuazione e la refertazione dei test antigenici, grazie a una équipe formata da proprio personale infermieristico e da una guardia medica specializzata Covid – 19 dell’Usca (Unità speciali di continuità assistenziale): in 40 giorni sono 312 i soggetti sottoposti al test, pochissimi dei quali risultati positivi.

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