Foppolo: debiti oltre 6 milioni
Il Consiglio dichiara il dissesto finanziario

In un anno persi altri 900 mila euro. Il sindaco: non avevamo alternative. Arriverà un curatore del ministero dell’Interno per ripagare i creditori.

Il Consiglio comunale di Foppolo nella serata di venerdì 17 luglio ha dichiarato il dissesto finanziario. Hanno votato a favore i sei consiglieri di maggioranza. Sono usciti dall’aula, invece, al momento dell’alzata di mano, i tre consiglieri di minoranza.

Un voto annunciato, una scelta obbligata, o semplicemente «una presa d’atto» come affermato dal consulente legale del Comune. Ieri sera il municipio dell’alta Valle Brembana ha di fatto ratificato la disastrosa situazione delle casse comunali, con l’impossibilità ormai da tempo di spendere soldi e la difficoltà anche di gestire l’ordinaria amministrazione. Il buco di bilancio è aumentato nel 2019 di altri 900 mila euro, portando ora il disavanzo a 6 milioni e 353 mila euro. Ma il debito aumenta di giorno in giorno e i contenziosi legali potrebbero farlo lievitare ancora per milioni di euro.

Con la dichiarazione di dissesto ora arriverà in Comune un curatore straordinario nominato dal ministero dell’Interno. Dovrà occuparsi di tutto il debito pregresso – contenziosi legali compresi – quantificare esattamente il passivo complessivo, convocare i creditori e quindi provare a bussare alla Cassa depositi e prestiti o comunque allo Stato per capire in che percentuale, tramite mutui pluriennali, si potrà ripagare chi vanta crediti nei confronti del Comune di Foppolo. Il Consiglio comunale, invece, resterà in carica. E da qui si riparte.

«Ci siamo insediati il 26 maggio dello scorso anno – ha detto il sindaco Gloria Carletti – e il disavanzo ereditato era già di 5 milioni e 427 mila euro. Questa amministrazione ha potuto solo garantire i servizi essenziali, a volte neppure quelli. Dichiarare subito il dissesto non avrebbe avuto senso: ci siamo comportati da amministratori responsabili e in questi mesi abbiamo analizzato la situazione, abbiamo bussato a tutte le porte e fatto tutti i tentativi possibili. Ma alla fine non abbiamo avuto alternative, il debito continua ad aumentare. Quattro i motivi principali: il disavanzo ereditato, i mutui contratti oltre i limiti di indebitamento del Comune, i debiti fuori bilancio e i contenziosi legali. Abbiamo illustrato la situazione al prefetto. Se non avessimo dichiarato noi il dissesto sarebbe intervenuto lui. Di fatto questo è un passo obbligato, incorreremmo in un’omissione, rischieremmo di essere concorrenti nell’arrecare continuo danno al Comune».

«Per Foppolo questo è un punto di svolta – ha continuato il sindaco –. Possiamo tracciare una linea di demarcazione netta con il passato, avere più tranquillità anche nella gestione dell’ordinario. Sicuramente non è una bella immagine per il Comune e dispiace soprattutto per i privati, i fornitori creditori, che non avranno per quanto hanno lavorato».

«Una situazione finanziaria non più gestibile – ha aggiunto il revisore dei conti Nicoletta Molinari –. Il Comune, ormai, ha già alzato al massimo le aliquote e non ha la possibilità di fare altro». Diverse le note critiche del gruppo di minoranza (che ha chiesto anche le dimissioni della giunta) guidato da Davide Oberti, tra cui la mancanza di collaborazione dalla maggioranza e la mancata revisione e applicazione del piano di rientro finanziario. Accuse subito rimandate al mittente dal sindaco: «Da parte nostra c’è stata piena apertura, massima disponibilità a collaborare – ha detto Carletti –. Quanto al piano di rientro finanziario, peraltro ancora al vaglio della Corte dei conti, ci si è resi conto che era di fatto inattuabile». «Il piano di riequilibrio non aveva di fatto le gambe per correre – ha aggiunto il legale del Comune Francesco Sansegolo –. Già la Corte dei conti si era espressa in maniera fortemente dubitativa». Sul bilancio pesano poi i contenziosi legali, come è stato ribadito: tra loro quello sulle seggiovie della Quarta Baita e del Montebello, in possesso del Comune ma ancora di proprietà della Devil Peak (in quanto l’esproprio effettuato ormai dieci anni fa non è ancora stato pagato) che ora chiede per gli impianti 2,5 milioni di euro. Ancora la società Graffer che ha chiesto 800 mila euro per lavori effettuati per la telecabina, mentre Regione Lombardia chiede la restituzione del prestito di 2,5 milioni di euro. «Contenziosi – ha detto il legale – che potrebbero ulteriormente gravare sul debito del Comune».

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