Freccia Orobica, 50 anni verso il mare
Ma quest’estate non sarà sui binari

Dal 1° giugno del 1970 ha trasportato migliaia di bergamaschi in vacanza sull’Adriatico. Un mese di lavori ad agosto, l’emergenza Covid-19 e i dubbi sul turismo: il servizio tornerà l’anno prossimo.

«Dietro una curva, improvvisamente, il mare». Ivano Fossati cantava quello di Genova, ma va benissimo per l’Adriatico che compariva dai finestrini della Freccia Orobica poco prima di Lido di Classe-Lido di Savio, dopo 4 ore e mezzo di viaggio da Bergamo. E poi Cervia-Milano Marittima, Cesenatico, Bellaria, Igea Marina, Rimini, Miramare, Riccione, Misano Adriatico, Cattolica-Gabicce e Pesaro. Il capolinea del mare dei bergamaschi. Che, per carità, trovi sulle spiagge di mezzo mondo, ma quell’Adriatico sa di noi.

Quest’anno la Freccia Orobica ha compiuto 50 anni: il primo viaggio è datato 1° giugno 1970, con tanto di benedizione delle carrozze dell’arcivescovo Clemente Gaddi. Ma purtroppo il treno non festeggerà le nozze d’oro con i bergamaschi, per una serie di motivi. Il primo, tecnico: dal 1° al 31 agosto è previsto un importante intervento di ammodernamento tecnico sulla tratta Suzzara-Ferrara dove verrà installato l’Smct, acronimo di sistema di controllo marcia treno. Di conseguenza nel bel mezzo dell’estate il servizio sarebbe stato comunque sospeso.

Il secondo motivo è fin troppo ovvio: l’emergenza Covid-19. L’orario estivo del servizio regionale dell’Emilia-Romagna (gestito da una società ad hoc, Tper-Trenitalia) è ancora in via d’ultimazione, ma difficilmente il collegamento da e per Bergamo troverà posto alla luce della inevitabile riduzione dell’offerta. Sullo sfondo c’è poi la questione del turismo, ancora tutta da definire nelle modalità operative.

Inoltre stiamo parlando di un viaggio di almeno 4,5-5 ore, non proprio comodissimo, tantomeno con le regole sul distanziamento in vigore. Per farla breve, quest’anno se qualcuno andrà sulla riviera romagnola è più probabile che lo faccia con mezzi propri, anche per una semplice questione di sicurezza. Con questo quadro complessivo è persino ovvio che quest’estate la Freccia Orobica non sarà sui binari: «Sì, manca solo l’ufficializzazione del nuovo orario estivo, ma la situazione non è favorevole. Proprio no» spiegano da Bologna, confermando di fatto lo stop.

Quella fermata nel mantovano

Per i bergamaschi quel treno nemmeno tanto comodo (caldo e lento da fare paura) è sempre stato sinonimo d’estate. Quella che partiva dal binario 1 ben prima che arrivasse il 21 giugno. Chiamarlo «freccia» ha sempre strappato più di un sorriso, un ossimoro su rotaie: ma comunque la vogliate vedere ha trasportato migliaia e migliaia di persone al mare. E considerando che in Romagna la ferrovia ci corre radente, le ha praticamente depositate in spiaggia.

E poi ha comunque sempre avuto il suo bel vantaggio competitivo: salivi a Bergamo o Grumello del Monte e - stop - non dovevi più cambiare fino alla tua destinazione. Avanti lenti su linee secondarie verso il mare, con una sosta di un quarto in un paese del Mantovano che praticamente tutti i bergamaschi da riviera conoscono: Sermide, dove si faceva il pieno del gasolio. Chissà se poi qualcuno è mai andato oltre il marciapiede di quella stazioncina un po’ triste e dove faceva sempre un caldo da schiattare che manco erano arrivate le 10. del mattino.

L’ultimo dei «treni del mare»

La Freccia Orobica è stato l’ultimo dei «Treni del mare» inventati dalla Fsf, la Ferrovia Suzzara-Ferrara: i primi due partivano da Brescia e Mantova, entrambi diretti a Pesaro. Più avanti il capolinea del secondo è stato portato a Cremona. Sulla tratta bergamasca fin dal 1970 sono state impiegate le Aln 668 di secondo tipo, ribattezzate «Orobiche».

Nel 2002 la società è passata sotto il controllo di Fer (Ferrovie Emilia Romagna) e nel 2012 a Tper: nel frattempo con l’elettrificazione della linea Suzzara-Ferrara sono entrati in scena treni più moderni, i Vivalto. Dotati di aria condizionata, uno dei veri nervi scoperti delle precedenti carrozze, dalla livrea prima beige, poi argento e infine azzurra.

Lento, rumoroso e inquinante, eppure bello. Affollato di famiglie con i bambini che ripetevano la più classica delle domande, «quanto manca?», appena lasciata Seriate alle spalle. Ma anche di compagnie di giovani zaino in spalla, impegnati a giocare a interminabili partite di carte e pronti a buttarsi nella vita romagnola, tra pensioncine più che familiari, discoteche sognate per tutto l’inverno e la caccia alla mitica tedeschina, in un contesto dove la parola «movida» non esisteva proprio. Il divertimento cominciava appena saliti su quel treno che, lentamente, cominciava il suo viaggio verso una felicità color mare.

Cinquant’anni volati in fretta, più della velocità media della Freccia Orobica. Un pezzo di Bergamo su rotaie che sa di crema abbronzante, tra valigie, asciugamani , palette, secchielli e palloni. Ti aspettiamo la prossima estate: stesso binario, stessa spiaggia e stesso mare.

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