Nuovo casello dell’A4 a Dalmine
Il progetto «light» mette tutti d’accordo

Arrivato via libera in Conferenza dei servizi lo svincolo può procedere: 12-13 milioni e 14 mesi per completare l’intervento che snellisce il traffico

Era il 1997 quando per la prima volta si iniziava a parlare di lavori al casello autostradale di Dalmine: 23 anni dopo si intravede la luce in fondo al tunnel. È arrivato pochi giorni fa il parere positivo dalla conferenza dei servizi indetta dal provveditorato interregionale delle opere pubbliche di Lombardia ed Emilia Romagna sul progetto definitivo presentato da Autostrade per l’Italia.

Tradotto: tutti i soggetti interessati in qualche modo all’opera (Comuni di Dalmine e Stezzano, ministero delle infrastrutture e trasporti, Provincia, Regione, ma anche i gestori dei sottoservizi come ad esempio Uniacque, Telecom, Terna, Snam, l’autorità di bacino) hanno detto sì. Il timore, non tanto nascosto, era che la pandemia che ha travolto Bergamo e la Lombardia avesse delle conseguenze anche sulle tempistiche relative al progetto del nuovo casello, che si bloccasse tutto un’altra volta, come era già successo nel 2019 quando a seguito del crollo del ponte Morandi e i rapporti tesi tra Governo e Autostrade per l’Italia, Dalmine era rimasto fermo per quasi un anno nei cassetti del Mit. Invece l’iter, nonostante il virus, prosegue.

Il progetto e le idee sul casello sono cambiate negli anni, così come è cambiata la situazione, sia del traffico, oggi passano dalla barriera di Dalmine in media dai 27 ai 30 mila veicoli al giorno (nel 2001 erano sotto la soglia delle 20 mila), sia infrastrutturale, con l’apertura, ad esempio, del tratto sud della tangenziale di Bergamo. Nel 1997 si parlava di un ribaltamento del casello, una barriera che si spostasse completamente dall’altra parte dell’autostrada rispetto alla posizione attuale. Ora invece, il progetto definitivo che ha trovato l’ok in conferenza dei servizi, è più «light»: il casello rimane dov’è, ma cambiano gli accessi. Per collegarlo direttamente con la tangenziale sud di Bergamo si costruirà una nuova arteria di ingresso e uscita (per l’esattezza di due corsie di ingresso e una d’uscita) che scavalchi l’autostrada e si colleghi alla rotonda delle Due Torri e da lì direttamente in tangenziale sud e viceversa, con un costo stimato di 12-13 milioni di euro e una tempistica di circa 14 mesi per completarla.

«Direi che la notizia è molto positiva, vediamo la luce in fondo al tunnel e finalmente c’è un concreto avanzamento dell’iter procedurale – commenta Claudia Terzi, assessore alle Infrastrutture di Regione Lombardia –. Dal lato che ci compete, quello regionale, cercheremo di non perdere ulteriore tempo: il documento passerà infatti per l’approvazione in Giunta lunedì prossimo. Come la situazione non sia più sostenibile è sotto gli occhi di tutti quelli che utilizzano quel casello quotidianamente, me compresa, e che ogni giorno si trovano in coda in entrata ma soprattutto in uscita a tutte le ore. Il nuovo accesso all’A4 renderà più efficace anche la tangenziale sud di Bergamo».

«Il progetto del casello è fondamentale per noi -– piega Dario Carnevali, assessore all’urbanistica di Dalmine – perchè andrà a spostare, dalla rotonda del Brico che oggi è punto di passaggio obbligatorio, il traffico un po’ più avanti. Fondamentale anche e soprattutto in vista degli interventi che abbiamo in programma sulla strada 525 (la trasformazione dei semafori in rotatorie e il raddoppio delle corsie nel primo tratto, ndr) che senza i lavori sul casello avrebbero sicuramente un minore impatto. É un quadro che si completa a vicenda».

Ora tocca al ministero

Cosa succede ora? Dopo il passaggio in Regione il 22 giugno, ci sarà l’approvazione finale del progetto definitivo da parte del Mit, che dovrebbe però risolversi in breve tempo. Poi al via il progetto esecutivo del nuovo svincolo. Delle 16 fasi (dalla fase uno redazione progetto preliminare alla fase 16 apertura al traffico) che compongono l’iter di approvazione di un’opera, il nuovo svincolo dalminese è ad oggi a due terzi del percorso. Ipotizzare delle tempistiche precise è difficile perchè resta il nodo dell’affidamento dei lavori ma ci si può provare: se autostrade dovesse scegliere la modalità «in house» senza gara d’appalto si potrebbe già partire con i lavori, della durata di 14 mesi, entro l’anno. Con l’appalto invece i tempi si allungherebbero.

© RIPRODUZIONE RISERVATA