Büs di Tàcoi, quella grotta affascinante
non ancora tutta scoperta

Speleologia. Una grotta unica nel suo genere. Il Büs di Tàcoi si trova nel territorio di Gromo, in località Spiazzi. L’ingresso è a 1500 metri di quota sul monte Redondo, dirimpetto al centro del paese, sulla strada per la frazione Spiazzi di Boario, dopo un’ora di cammino. Il nome deriva dal gracchio corallino , «tàcol» in dialetto, passeraceo montano che utilizza l’antro d’ingresso per nidificare.

Una grotta unica nel suo genere. Il Büs di Tàcoi si trova nel territorio di Gromo, in località Spiazzi. L’ingresso è a 1500 metri di quota sul monte Redondo, dirimpetto al centro del paese, sulla strada per la frazione Spiazzi di Boario, dopo un’ora di cammino. Il nome deriva dal gracchio corallino , «tàcol» in dialetto, passeraceo montano che utilizza l’antro d’ingresso per nidificare.

Anche se l’ingresso della grotta era conosciuto da tempo da cacciatori e alpeggiatori, solo nel 1908 pochi coraggiosi, tra cui Demetrio Ravaglia di Valbondione, entrarono con le corde nella prima galleria. Il 5 giugno 1927 avvenne la prima esplorazione ufficiale , organizzata da Angelo Filisetti di Gromo ma condotta da Edoardo Boesi di Gazzaniga, che nel medesimo anno fonderà il Gruppo Grotte Bergamasco: la spedizione vide la collaborazione dei circoli speleologici di Brescia, Cremona e Milano.

La cavità di Gromo custodisce le migliori formazioni carsiche note. Prima esplorazione nel 1927, restano cunicoli e gallerie da ispezionare

Questa prima discesa raggiunse la profondità di soli 80 metri: il gruppo non era sufficientemente attrezzato per superare le barriere naturali di pareti e pozzi. L’impresa venne ritentata il 30 ottobre dello stesso anno da un gruppo di dodici speleologi, sempre con Boesi, che riuscì a raggiungere il Lago Verde, rimasto a lungo il punto più profondo scoperto. Solo l’1 maggio 1953 Rocco Zambelli guidò una nuova spedizione che, grazie all’agilità di un ragazzino quattordicenne, in poche ore raggiunse il Lago Verde.

Nel 1972 pulizia e cancellata

Con gli anni la grotta divenne luogo di visitatori, un problema sia per la sicurezza sia per l’equilibrio ambientale, così che nel 1972 si decise di posizionare una cancellata a 33 metri di profondità e di ripulire quanto era stato abbandonato nelle diverse sale. Nel 1984 vennero compiute ulteriori spedizioni, con la scoperta di nuovi pozzi e meandri che portarono al Lago Blu, a 274 metri, il luogo più profondo, non raggiungibile dalle visite. Nei 1500 metri esplorati dalla scoperta sono custodite le migliori formazioni carsiche conosciute: pozzi, meandri, gallerie, strettoie, camini, laghetti, sifoni con concrezioni di vario tipo e colore, che rivestono pareti, soffitti e pavimenti della cavità, offrendo uno spettacolo di grande suggestione, che introduce al Lago Verde.

Visite guidate e con esperienza minima di arrampicata o speleologia. Il nome dal gracchio corallino, «tàcol» in dialetto, che vi nidifica

La grotta è divisa in quattro settori: Ingresso, Intermedio, Profondo e Profondissimo. Il delicato equilibrio dell’ambiente naturale è preservato dall’ingresso regolamentato, consentito a speleologi e a persone adeguatamente accompagnate e attrezzate: la grotta, infatti, è visitabile solo con il supporto di speleologi, che garantiscano, appunto, non solo la sicurezza nella discesa ma anche la protezione dell’ambiente. Della grotta sono stati ispezionati solo alcuni cunicoli e gallerie, mentre altri rimangono da scoprire: gli speleologi continuano il lavoro di ricerca. Il Büs di Tàcoi può essere visitato da chi abbia una minima esperienza di arrampicata o di speleologia e non soffra assolutamente di vertigini o di claustrofobia.

Prenotazioni all’Ufficio Turistico

La visita guidata a pagamento si deve organizzare e concordare con l’Ufficio Turistico di Gromo. Informazioni e prenotazioni in sede, oppure tel. 0346 41345, [email protected].

Umidità e buio: percorso impegnativo

Il percorso più facile dura dalle 5 alle 7 ore, in condizioni ambientali e climatiche impegnative: anche se la temperatura è quasi costantemente sui 10 gradi, l’umidità è del 100%. Vi sono poi un continuo stillicidio dalle pareti e buio pressoché assoluto. Gli speleologi usano ancora per illuminare le lampade a carburo dei minatori d’un tempo.

Freddo e vento all’ingresso

Detto anche «Superiore», è formato da un pozzo, un corridoio inclinato, un vasto salone seguito da uno stretto passaggio. L’esterno, dove il nevaio fonde solo d’estate, influenza il clima: il vento arriva per l’ampia apertura d’ingresso.

Settore intermedio: un labirinto

Detto anche «del Labirinto», è formato da un fitto intreccio di salette, gallerie e pozzi e presenta uno sviluppato carsismo orizzontale. La Sala del Bivacco presenta pareti molto incrostate e al suolo massi crollati e saldati a terra.

Settore profondo: il Salto della Morte

Spettacolare e detto «dei Saloni». Dalla Sala del Bivacco si raggiunge il Salto della Morte, un pozzo verticale di una ventina di metri preceduto da un passaggio molto stretto. Incrostazioni bianche, grandi stalattiti, stalagmiti e colonne.

Settore profondissimo: il Lago Verde

Detto «del Laghetto». La volta e le pareti verso il Lago Verde, modellate dal carsismo, presentano stupende incrostazioni bianche in coincidenza con le fessure della roccia. Stalattiti e stalagmiti.

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