Cassa integrazione, boom di richieste: 11,5 milioni di ore, più che a giugno 2020

Aumento evidente nell’industria: ha pesato il timore che si concludesse la Cig Covid. Nel semestre toccati i 31 milioni di ore, il 42% in meno rispetto ai primi sei mesi dell’anno scorso.

È il dato che non ti aspetti. Perché da qualche tempo diversi indicatori - in primis le assunzioni in crescita - mostrano i segni, anche se ancora timidi, di una ripresa. E gli 11,5 milioni di ore di cassa integrazione autorizzati dall’Inps a giugno di quest’anno alle imprese bergamasche che ne hanno fatto richiesta, mettono in discussione le certezze raggiunte finora. Soprattutto perché c’è un precedente. Ovvero, a maggio le ore di cassa sono crollate a 1,2 milioni. In più, il semestre ha registrato circa 31 milioni di ore, in calo del 42% rispetto ai 54 milioni dei primi sei mesi del 2020. Spiegare quindi il boom di giugno - che supera addirittura il dato dello stesso mese dell’anno scorso, quando le ore si sono attestate a 10,5 milioni - non è semplice, ma nemmeno impossibile.

Le possibili spiegazioni

Innanzitutto, analizzando le causali, si nota che la cassa ordinaria - che coincide con quella Covid-19, gratuita per le aziende che non devono versare il contributo addizionale - è, come succede da mesi, la più gettonata con quasi 9 milioni di ore autorizzate. A seguire la cassa in deroga con 1,8 milioni di ore e ultima la straordinaria con 683 mila ore. Bisogna tenere presente che il 1 o luglio è scattato il termine del blocco dei licenziamenti e forse questo può aver spinto le imprese a cautelarsi e a chiedere cassa Covid (che nelle intenzioni del governo non doveva essere rinnovata), più conveniente rispetto a quella tradizionale.

«Questa interpretazione è confortata dai dati sul “tiraggio”, cioè sull’effettivo utilizzo delle ore autorizzate - spiega Orazio Amboni della Cgil di Bergamo - che si è assai ridotto passando dal 43% del 2019 al 40% del 2020, per scendere al 31% nel 2021 (cassa ordinaria). La riduzione è ancora più sensibile nella cassa straordinaria: dal 31% del 2019 si scende al 25% del 2020, per arrivare all’attuale 20%».

Lo scenario a livello nazionale

Detto questo, va ricordato che anche a livello nazionale si è registrato un aumento esponenziale delle richieste di ammortizzatori sociali. A giugno sono stati autorizzati 527,6 milioni di ore di Cig, il 154% in più rispetto a maggio. Ma, precisa Amboni, «in misura assai maggiore, perché nella nostra provincia l’aumento da maggio a giugno è di 8,4 volte, mentre a livello nazionale è di 1,4». Per il 99,7% si tratta di cassa Covid-19, come riporta una nota dell’Inps. E la Lombardia è la regione che ha avuto il maggior numero di ore autorizzate di cassa ordinaria (49,9 milioni); seguono Piemonte e Veneto rispettivamente con 27 e 26 milioni di ore.

«Il picco di giugno ha toccato tutti i settori produttivi - continua Amboni -: dall’edilizia al commercio (fondi di solidarietà compresi), ma soprattutto l’industria dove si è passati dalle 351 mila ore autorizzate a maggio ai 9,5 milioni di giugno, di cui 4,2 milioni per il solo settore metalmeccanico». Secondo Amboni «se i dati sulla ripresa occupazionale e produttiva saranno confermati, non possono non produrre effetti positivi a cascata. È quindi prevedibile che le preoccupazioni generate dai dati della cassa integrazione possano ridimensionarsi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA