Confindustria, avviato il processo
Bergamo si fonde con Lecco e Sondrio

In marzo le assemblee, la conclusione tra giugno e dicembre 2022. Possibile prolungamento del mandato per Scaglia. Il presidente: «Saremo tra le prime associazioni dopo Milano».

«Con quasi 2 mila imprese e 120 mila addetti saremo una delle principali associazioni all’interno di Confindustria, nelle primissime posizioni dopo Milano, e sicuramente tra le manifatturiere più importanti dato che Lecco ha una connotazione manifatturiera molto forte». Parla così il presidente di Confindustria Bergamo Stefano Scaglia dopo che lunedì - come recita un comunicato congiunto diffuso in serata dalle due associazioni -«i consigli generali di Confindustria Bergamo e Confindustria Lecco e Sondrio hanno approvato il protocollo che segna il primo passo formale di un iter procedurale che avrà un passaggio fondamentale nell’approvazione da parte delle assemblee dei soci, per poi concludersi nel 2022 dando il via alla fusione tra le due associazioni». Si apre così ufficialmente «il processo per portare alla nascita di un’associazione unica di riferimento, autorevole e forte, ancora meglio attrezzata per rispondere alle sfide di un contesto nazionale e internazionale di crescente complessità, sempre più competitivo, che risentirà a lungo delle conseguenze legate alla pandemia di Covid-19».

La fusione permetterà di raggiungere una massa critica che aumenterà efficienza organizzativa, affinamento delle competenze, attrazione di talenti e maggiore capacità di iniziativa e di lobby.

Nel segno del manifatturiero

Ad unire i territori di Bergamo, Lecco e Sondrio la vocazione manifatturiera, la specializzazione meccanica, l’alta propensione all’internazionalizzazione. L’approvazione di ieri è per Scaglia «il primo di una serie di passi formali di un percorso che alla fine dovrebbe portare a una nuova associazione che riteniamo sarà sicuramente più in grado di affrontare le sfide complicate che ci attendono». La marcia è abbastanza lunga e il traguardo «è previsto tra giugno e dicembre 2022», per la messa a punto di statuti, regolamenti e organizzazione.

Scaglia e Riva a fine mandato

Scaglia e il presidente lecchese Lorenzo Riva sono in scadenza (il loro mandato termina quest’anno), tuttavia non è escluso che Confindustria nazionale conceda ad entrambi di prolungare il mandato di un anno o poco più per portare a termine la fusione. «Finisco il mio mandato quest’anno, dovremo capire come gestire questo progetto insieme a Confindustria e al presidente Riva di Lecco e Sondrio. Potrebbe esserci che si possa prevedere l’accompagnamento a chiusura di questo percorso, ma questi sono passi formali che dovranno decidere l’assemblea di Confindustria Bergamo e quella di Confindustria Lecco e Sondrio, che saranno convocate in marzo proprio sul tema della fusione». Bisognerà anche tener conto «delle indicazioni che potranno venire da Roma sull’assetto degli organi societari stante questa situazione molto particolare».

Progetto indipendente dal Covid

Il progetto è «indipendente dall’emergenza Covid - continua Scaglia - anche se alcuni strumenti come la digitalizzazione che facilitano la vicinanza tra i territori hanno accelerato la riflessione. Ma le ragioni sono più profonde che non quelle specifiche della pandemia».

Bergamo, come associazione più rilevante, avrà il primo presidente? «È presto per dirlo - risponde il presidente bergamasco - intanto bisogna arrivare al termine del percorso, che è lungo, poi si vedrà. Prematuro parlarne adesso».

L’ipotesi di coinvolgere Como

La nuova organizzazione potrà contare su 144 dipendenti (101 a Bergamo e 43 a Lecco e Sondrio). Ma nel processo potrà essere più avanti coinvolta anche Confindustria Como, che nelle settimane scorse si è detta sorpresa dall’ipotesi di alleanza Bergamo-Lecco-Sondrio? «In questa fase - dice Scaglia - procederemo così, ma non escludiamo che durante il percorso ci siano ulteriori possibili sviluppi. Non escludo altre ipotesi, però intanto il passo formale è stato compiuto con Lecco e Sondrio. Le aperture ci possono sempre essere». Anche il nome (improbabile «Confindustria Bergamo, Lecco e Sondrio», troppo lungo) fa parte di quelle tematiche «che dovremo sciogliere insieme a Confindustria nazionale». E sembra riferirsi proprio a Como il presidente lecchese Riva quando dice: «Siamo convinti di avere scelto una strada di successo e siamo certi che il passo di oggi possa essere anche precursore per alleanze più larghe».

Un segnale alla politica

A questa tendenza unitaria delle associazione industriali (altre fusioni sono già state concluse nel sistema confindustriale) Scaglia dà un significato e un valore esemplare: «È un segnale importante quello che imprese e mondo associativo vogliono lanciare in una situazione politica caratterizzata da un panorama lacerato, diviso e confuso. L’industria dà un esempio di concretezza e unità al suo interno, per essere sempre più adeguata alle sfide del momento».

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