Imprese, resistono le micro e le piccole. E adesso assumono

Nell’export performance orobiche meglio di Milano e Brescia. La manifattura «regina». Negli investimenti sul digitale Mpi meglio delle grandi.

Le micro e piccole imprese lombarde non solo hanno sopportato lo stress della crisi pandemica ma dimostrano, dati alla mano, di essere più che mai orientate ai mercati internazionali, saper innovarsi e creare lavoro al pari delle realtà imprenditoriali più strutturate. A supportare l’affermazione ci sono i numeri dell’11° rapporto dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato Lombardia, presentato ieri con una conferenza stampa in Regione alla presenza di Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato imprese Lombardia, Enrico Quintavalle direttore scientifico dell’Osservatorio, la ricercatrice Licia Redolfi, Giulio Sapelli presidente della fondazione Manlio e Maria Letizia Germozzi e dell’assessore regionale allo sviluppo economico Guido Guidesi.

Il buono stato di salute delle piccole e piccolissime realtà imprenditoriali che, da sempre, rappresentano una peculiarità del nostro Paese è sottolineato in primo luogo dall’export. Il secondo trimestre 2021 segna valori addirittura superiori allo stesso periodo del 2019, grazie soprattutto alle performance registrate dal settore food e arredo che portano a una variazione positiva del +3,4% al netto del settore moda, che resta invece in affanno e con segno negativo. Proprio nell’export la provincia di Bergamo fa segnare una delle performance migliori insieme a Milano e Brescia, con la manifattura a guidare le esportazioni, seguita da tessile e alimentare. Cina, Corea del sud, Regno Unito e Paesi Bassi le mete privilegiate da questi scambi. Ma il ricco studio presentato ieri va a scardinare anche pregiudizi più radicati relativi al mondo delle micro e piccole imprese, dimostrando come queste realtà non solo non sono statiche, ma addirittura trainano l’innovazione.

Il 63,5% delle Mpi lombarde indica di avere investito nella trasformazione digitale nel periodo 2015-2019 e nel 2020, un dato che spicca soprattutto se confrontato con il 69,4% che emerge sullo stesso punto osservando la totalità delle imprese della Lombardia. A Bergamo questa percentuale si attesta al 63% per le Mpi, nettamente superiore al valore generale del 49,8% di tutte le imprese. Gli investimenti in tal senso crescono soprattutto sull’alta velocità della rete, cloud, mobile, big data analytics, sicurezza informatica, realtà aumentata e virtuale, strumenti di lavoro agile, ma anche digital marketing e analisi dei comportamenti e dei bisogni dei clienti. Questo tipo di realtà produttive si fa portavoce anche delle dinamiche della green economy e proprio la ricerca di competenze in questo campo fa il paio con un altro dato importantissimo espresso dall’indagine sulle Mpi lombarde. Nel periodo agosto-ottobre 2021 le micro e piccole imprese richiameranno circa 146 mila nuovi addetti, pari al 57,2% degli oltre 256 mila ingressi totali previsti da tutte le imprese, e in crescita del 18,1% (+22 mila assunzioni) rispetto alle previsioni occupazionali dello stesso periodo pre Covid-19 (agosto-ottobre 2019). Forte di questi numeri il presidente Eugenio Massetti ha dichiarato: «Gli artigiani e le micro e piccole imprese sono pronte a guardare oltre a fare la loro parte per rilanciare lo sviluppo economico e il benessere sociale del nostro territorio» mentre a più riprese si è sottolineato come non sia la dimensione dell’azienda a pesare sul sistema produttivo quanto l’ambiente in cui opera.

Per questo motivo l’assessore regionale Guido Guidesi ha annunciato l’impegno di Regione Lombardia nell’inserirsi a colmare quelle lacune della filiera in ambito di ricerca, formazione professionale e percorsi di internazionalizzazione con dei progetti su misura, oltre a confermare l’arrivo di un fondo di garanzia per realizzare piccoli investimenti, ulteriori incentivi a fondo perduto sia per le micro e piccole imprese, e sostegni per i giovani intenzionati ad aprire partita Iva e avviare la propria attività.

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