Le sue gru hanno ricostruito Ground Zero
Albino, lutto cittadino per Franco Fassi

Albino in lutto per la perdita del capitano d’industria: tenace ha fondato un impero. I funerali venerdì 23 agosto a Bergamo. Attentato alle Torri Gemelle: le sue macchine impegnate nella ricostruzione.

Albino è in lutto per l’improvvisa scomparsa di Franco Fassi, uno dei capitani d’industria più apprezzati e conosciuti della Valle Seriana, morto nella mattinata di martedì 20 agosto dopo aver accusato un malore a Pinzolo, località montana dove stava soggiornando con la famiglia in occasione delle vacanze estive. Lascia la moglie Angela e i figli Giovanni, Anna Maria e Raffaella. I funerali saranno celebrati venerdì 23 agosto alle 10 nella chiesa di Santo Spirito in via Pignolo a Bergamo. Il Comune di Albino ha indetto un giornata di lutto cittadino in occasione per la giornata di venerdì.

Uomo dalla grande tenacia, 89 anni ben portati, nel secondo dopoguerra aveva fondato l’azienda che inizialmente si occupava di commercio di materiale edile e manutenzione per l’autotrasporto (la sua famiglia in precedenza aveva avuto un’attività di trasporti), ma poi, dal 1965 cominciò a progettare e commercializzare gru di ogni dimensione, diventando in poco tempo una delle società più importanti del settore, con le sue «creature» che, sempre più alte, svettavano in ogni angolo del mondo.

Le sue «creature» nel mondo

L’immagine iconica delle sue gru speciali che lavorano senza sosta a Ground Zero, scelte negli States per la ricostruzione del complesso dopo l’attentato a New York dell’11 settembre alle Torri Gemelle, resteranno per sempre nella memoria dei bergamaschi. «Mio padre ne era orgoglioso – spiega commosso Giovanni Fassi, uno dei tre figli che da anni lo aveva affiancato in azienda nel ruolo di amministratore delegato –: credeva molto nell’internazionalizzazione della società e fin dagli anni Settanta aveva insistito per portare le sue gru alle fiere di mezzo mondo. I risultati gli hanno dato ragione».

Tuttora presidente della società, Franco Fassi continuava a occuparsi dell’azienda a tempo pieno, affiancato, oltre che da Giovanni, anche dall’altra figlia Raffaella (mentre Anna Maria è medico).

«Si interessava di tutto e ci ha sempre incoraggiati a crescere come azienda, orgoglioso delle sue gru che ormai avevano invaso mezzo mondo e dei tanti collaboratori, ormai siamo ben più di mille, che fanno parte della nostra “famiglia”, lui che era partito con due-tre dipendenti nel 1946», aggiunge Giovanni Fassi.

Nato ad Albino, sentiva forte la bergamaschità: «Soprattutto la Valle Seriana per lui era sacra, nutriva un grande orgoglio per aver fatto qualcosa per la Valle, dato lavoro a tanti suoi residenti. Era anche attivo nella comunità di Albino, aiutava la parrocchia, nutriva una religiosità profonda», spiega il figlio, che quando fece il suo ingresso in azienda si trovò davanti un presidente molto severo: «Naturalmente volle che noi cominciassimo dal basso, come era giusto – racconta ancora Giovanni –: era un capitano vecchio stile, tenero in famiglia, ma sul lavoro inflessibile. Ci ha insegnato tanto: la costanza, la cura del particolare, la voglia di non cullarsi mai sugli allori».

Appassionato di sci e di montagna in genere, amava definire la sua azienda come «un’avventura entusiasmante, piena anche di tanti sacrifici, ma di cui tutta la famiglia va orgogliosa». E quando qualcuno gli faceva notare che forse era il momento di tirare anche un po’ il fiato dopo una vita di successi, Franco Fassi rispondeva: «Il nostro segreto è stato quello di essere rimasti sempre fedeli alla nostra storia. Siamo cresciuti, abbiamo accettato sempre nuove sfide e non ci siamo fermati né accontentati mai».

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