Bonus ai medici
Scivolone Inps

Speriamo che l’Inps ritiri la «determinazione presidenziale numero 24» firmata dal presidente Tito Boeri, anche se al momento pare proprio determinato a mantenerla. Il provvedimento in pratica prevede come incentivo economico il numero di «revoche di prestazioni di invalidità civili» da parte dei medici. In pratica, meno pensioni di invalidità concedono, individuando dunque dei falsi invalidi, più soldi prendono a cottimo. La loro efficienza si baserà su quanto faranno risparmiare l’Istituto durante le visite di accertamento. Il presidente dell’Associazione mutilati e invalidi civili dice giustamente che «è scandaloso creare un sistema nel quale si premiano con forti aumenti della retribuzione i medici legali Inps che negheranno diritti a cittadini con disabilità, innescando in tal modo sfiducia nei loro giudizi». Si potrebbe creare infatti un conflitto di interessi, poiché i medici dovrebbero giudicare solo in base a «scienza e coscienza». Non serve dare incentivi a cottimo per fargli smascherare i falsi invalidi. Ci pensano già loro senza alcun aumento di stipendio.

Insomma: stanare i furbetti della pensioncina è giusto, ma qui si rischia di innescare una caccia alle streghe. Molti dei medici sono precari con contratto a termine e la tentazione di perdere il principio giuridico della «terzietà» per portare a casa qualche euro in più al mese potrebbe venir meno. Con il triste risultato di vessare chi invalido lo è invece davvero. «In dubio pro reo», nel dubbio la sentenza deve essere a favore dell’imputato. È uno dei principi della dottrina giuridica e dovrebbe valere anche per gli invalidi. Ma in caso di dubbio del medico, se l’accertamento magari è un po’ controverso nella letteratura medica e c’è un incentivo economico dove si propende? State certi che si va diritti a revocare la pensione.

La vicenda è stata sollevata da un articolo de «Il Fatto quotidiano» e ha subito provocato un vespaio di reazioni e polemiche. A partire dall’Ordine dei medici FnomCeo, il cui presidente Filippo Anelli ha stigmatizzato il provvedimento Inps e invitato i medici all’obiezione di coscienza, tutelando in primis gli invalidi, come impone la deontologia.

L’Inps ovviamente respinge le accuse al mittente e trova lesive dell’onorabilità dei medici persino il sospetto che possano incentivare lo stipendio e violare il codice deontologico togliendo le legittime pensioni agli invalidi. Il «bonus» economico serve solo a rendere i medici più efficienti e scrupolosi e ad accertare prima il miglioramento della malattia in tempi più rapidi rispetto a quelli standard, viene detto. Ma resta il fatto, come fa notare l’Anmic, che restano degli incentivi a fronte della riduzione delle pensioni di invalidità. E soprattutto c’erano altri mezzi per dare la caccia ai furbetti.

E per finire, se passasse il principio, si introdurrebbe un principio inquietante. Ci saranno incentivi ai vigili urbani e agli ausiliari della sosta per chi commina più multe? A chi concede meno ore di cassintegrazione ai disoccupati? A chi prescrive più operazioni in sala operatoria? O agli insegnanti che bocciano più alunni? E paradossalmente, estremizzando il principio, ai giudici che infliggono più anni di carcere o ai poliziotti che chiudono più velocemente le indagini senza avere il tempo di effettuare i necessari accertamenti? Qui è il principio di terzietà che viene messo in crisi in nome dell’efficienza. E non è proprio il caso. Perché l’efficienza non può calpestare i diritti e la dignità delle persone.

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