Una famiglia e una casa
l’umanità del Natale

Natale con i tuoi è espressione così usata, da rischiare d’essere abusata. Eppure riflette realmente una consuetudine ed un sentimento molto diffuso, che sembra non subire il logorio del tempo. Sono molte le ragioni che alimentano questa tradizione che assurge quasi a «norma natalizia». Mi soffermo su alcune di queste, che vorrebbero ispirare il mio augurio per tutti voi. La prima ragione è sostenuta dall’evento stesso che il Natale celebra: la nascita di Gesù. La narrazione evangelica e l’immaginario che ne scaturisce è inevitabilmente familiare: un uomo e la sua sposa in imminente attesa, un viaggio faticoso, dettato dalla legge, e la meta con nome che non si può dimenticare, Betlemme. Anche il nome dei protagonisti è indimenticabile. Il bimbo che nascerà ne ha già uno, dettato dal cielo: Gesù. E Maria e Giuseppe sono quelli di sua madre e suo padre. Si può morire da soli, ma nascere mai: almeno una donna, almeno una madre. Non sono molti di più nel presepe, anche se la povertà di una stalla e di una mangiatoia che diventa culla, si arricchisce di presenze inaspettate: pastori, angeli e re. E non mancano gli animali, le stelle e anche i cori. È l’evento più delicato a cui un uomo può assistere, più coinvolgente per una donna che partorisce: e per chi nasce?

Una famiglia è la sua attesa: la grida questa attesa, l’umanissima attesa di una famiglia. Anche Dio, questo Dio piccolo come un bambino, l’attende. Per anni sarà la sua casa di carne, di gesti, di sguardi, e poi ne formerà anche Lui una, nuova, originale, abitata da tutta l’umanità.

Quando ci incontreremo in questi giorni, l’attesa di famiglia si rinnoverà e nella filigrana dei sorrisi, apparirà il dono che neppure Dio si è fatto mancare: una famiglia. Vi è un’altra ragione che ci riporta a casa, alla casa. La casa dei nostri giorni, la casa che ci accoglie in festa, la casa della nostra infanzia e quella delle nostre solitudini. La casa dei volti che l’abitano. Per noi, casa non è soltanto un perimetro ben arredato e comodo.

Casa è riposo, casa è libertà, casa è confidenza, casa è sentirsi al proprio posto. Per questo non bastano muri ed arredi: casa è immagine di persone che si vogliono bene al punto da vivere insieme, anzi vivono insieme perché si vogliono bene. Casa è rifugio, protezione, casa è stabilità, sicurezza. Casa è ritrovarsi: gli altri e noi stessi. Se una persona ha una casa, può andare in capo al mondo, può perdersi e nemmeno ricordare dove sta la sua casa: ma non dimentica che in qualche angolo di mondo e di vita c’è la sua casa. La famiglia di tutti i giorni e quella che si allarga nelle feste di Natale è la nostra casa.

«Stiamo tutti tornando a casa» ha scritto il poeta. Anche Gesù, l’uomo senza casa, amava l’ospitalità di chi l’accoglieva, senza misurarne il decoro e la dignità. Abbiamo costruito case per Lui, in suo Nome: in realtà sono per noi. Lui è l’uomo senza casa, perché la casa è Lui, per tutti, perché nessuno sia senza casa, perché nessuno sia solo in casa. E infine, ci ritroviamo in famiglia a Natale, perché abbiamo un enorme bisogno di poterci fidare: gli occhi dei piccoli ci guardano e senza parole ci chiedono di potersi fidare; ma sguardi in attesa di una conferma non sono anche quelli di un uomo, una donna che si sono promessi, di fratelli e sorelle che non si sono dimenticati?

Non faremo della famiglia un clan e neppure un club esclusivo, ma un segno e un dono di quel bene che avvertiamo ancora più prezioso in questo tempo: la fiducia. E torniamo all’inizio: a quella storia che i cristiani raccontano con fede, ancora stupiti di Dio diventato uomo per la nostra salvezza. Una storia che ispira chi crede a continuare a narrarla con la vita personale, familiare, comunitaria e sociale; una storia che ispira anche chi non crede a riconoscere che l’umanità dell’uomo è nutrita dall’evento celebrato nel Natale, una storia che ci viene consegnata perché oggi, in questo tempo, chi è solo e abbandonato trovi famiglia, chi è senza casa e in terra ostile trovi un abbraccio, chi domanda fiducia sia confermato. Buon Natale.

*Vescovo di Bergamo

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