Faida tra gruppi «trapper», nove arresti: c’è anche Simba la Rue, accoltellato a Treviolo

L’indagine Il blitz nella mattinata di venerdì 29 luglio è scattato nell’ambito di un’inchiesta, condotta dai carabinieri di Milano Duomo, in cui è stata accertata una acerrima rivalità tra gruppi di giovani «trapper». Anche un 22enne di Calusco tra gli arrestati.

I carabinieri di Milano hanno eseguito un’ordinanza di custodia in carcere a carico di 9 persone per gravi fatti di violenza in un contesto di rivalità tra gruppi di «trapper». Tra i destinatari del provvedimento del gip Guido Salvini, nell’inchiesta del pm Francesca Crupi, c’è Mohamed Lamine Saida, detto Simba la Rue , accusato, tra l’altro, di sequestro di persona e lesioni su Mohamed Amine Amagour, il rapper Baby Touché, che il 9 giugno fu picchiato e tenuto dentro un’auto per 2 ore coi video postati sui social. Simba, poi, a metà giugno subì un agguato e fu ferito a coltellate a Treviolo. Su questo caso indagano i pm di Bergamo.

Le due bande di «trapper», che fanno capo a Simba La Rue e Baby Touché, sono «governate da regole di fedeltà reciproca e di omertà» e si sono rese «protagoniste di reiterati episodi di violenza» seguiti «all’aspra conflittualità determinata dalle rivalità nella diffusione delle rispettive produzioni musicali»: è quanto emerge dalle indagini dei carabinieri. Gli arresti sono stati eseguiti tra Bergamo, Como e Lecco per accuse, a vario titolo, di sequestro di persona, rapina e lesioni aggravate.

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L’ordinanza cautelare riguarda nove presunti componenti, tra cui un ragazzo di 22 anni, della banda di Simba La Rue, abitante a Calusco. In particolare, a Simba e altri cinque viene contestato un episodio di rapina ai danni due giovani del gruppo di Baby Touché, che sarebbero stati pestati e colpiti anche con un coltello il primo marzo scorso per rubargli un portafoglio e un cellulare. Un fatto che, stando agli accertamenti, sarebbe stato una risposta a un’altra aggressione subita da un ragazzo del gruppo di Simba.

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Sempre Simba con altri tre, tra cui il suo manager 24enne, avrebbe preso parte al sequestro ai danni di Touché, «trapper» padovano: l’avrebbero accerchiato in via Boifava a Milano, preso a calci e pugni e poi l’avrebbero caricato su una macchina. Sarebbe stato tenuto lì dentro per due ore, mentre sul suo account Instagram, ma anche su quello dei suoi aggressori, venivano pubblicati i video di quanto stava succedendo, con tanto di viso sanguinante e tumefatto del giovane, insulti e parole di dileggio. Era stato, poi, liberato a Calolziocorte, nel Lecchese.

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Il blitz nella mattinata di venerdì 29 luglio è scattato nell’ambito di un’inchiesta, condotta dai carabinieri della Compagnia di Milano Duomo, in cui è stata accertata una acerrima rivalità tra gruppi di giovani «trapper», spesso di origine straniera o di «seconda generazione» e con tantissimi follower su Instagram. Contrasti che da mesi ormai a Milano hanno portato a diversi episodi di aggressioni, spesso spettacolarizzate e pubblicizzate sui social. Bande che, secondo le indagini, agirebbero come delle «gang» e per ottenere una supremazia sulle altre sia a Milano che in altre città. Anche l’agguato di metà giugno a Simba La Rue in provincia di Bergamo era stato rivendicato sui social da uno dei giovani della banda di Baby Touché.

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