Omicidio di Marisa, la difesa lascia
I legali di Arjoun: divergenze strategiche

I legali dell’uomo accusato dell’omicidio della moglie Marisa Sartori rinunciano al mandato. Il nodo del coltello.

«Divergenze strategiche» sulla linea difensiva. Una rottura definitiva. Da mercoledì 13 febbraio l’avvocato Rocco Disogra e la collega Alessandra Bonetti non assistono più Ezzeddine Arjoun, il tunisino accusato dell’omicidio aggravato della moglie Marisa Sartori e del tentato omicidio della cognata Deborha, accoltellate la sera del 2 febbraio a Curno, nel garage di via IV Novembre. L’avvocato Disogra era stato nominato d’ufficio dalla Procura quando Arjoun si era presentato alla stazione dei carabinieri di Curno: «Ho fatto una cavolata, dovete arrestarmi», aveva detto ai militari con le mani sporche di sangue.

Dopo il primo interrogatorio davanti al pm Fabrizio Gaverini, Arjoun aveva nominato di fiducia Disogra e come co-difensore l’avvocato Bonetti quando era comparso davanti al gip Lucia Graziosi nell’interrogatorio che aveva convalidato l’arresto e applicato la custodia cautelare in carcere. Che è successo allora? Nessun commento dai legali, ma è probabile che all’origine della rinuncia al mandato ci siano state «divergenze» di vedute sull’atteggiamento da tenere nei confronti degli inquirenti.È presumibile che i legali abbiano auspicato e consigliato una linea più collaborativa da parte di Arjoun, reo-confesso dell’aggressione a Debohra e con qualche tentennamento anche dell’omicidio della moglie Marisa, ma con più di una zona d’ombra nella sua narrazione, a partire dalla questione del coltello. Nella versione fornita al gip, Arjoun ha sostenuto di aver trovato un coltello da cucina con il manico bianco, nel locale rifiuti accanto al garage, di averlo recuperato e usato per colpire Marisa e Debohra solo dopo essere stato apostrofato dalla cognata.

Ma la versione, che convince poco gli inquirenti , pare contraddetta dal racconto di Debohra: Ezzeddine sarebbe arrivato al garage già armato, il coltello lo avrebbe avuto subito con sè, non avrebbe fatto la spola con l’arma dal locale rifiuti. In attesa della relazione del Ris sul coltello, la Procura nominerà un avvocato d’ufficio se il tunisino non avrà nel frattempo nominato un legale di fiducia.

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