Dall'Ue 684 milioni di euro per le sinergie nella ricerca

Lo European Research Council ha finanziato con 684 milioni di euro 66 gruppi di ricerca che lavorano in sinergia per affrontare sfide per la società, come lo studio delclima e lo scioglimento dei ghiacci, l'invecchiamento, l'origine dell'universo. I fondi sono stati erogati tramite gli Erc Synergy Grant , che promuovono la collaborazione tra ricercatori per unire competenze, conoscenze e risorse. I progetti vedono la partecipazione di 239 scienziati , 16 dei quali lavorano in Italia e molti fuori dall'Europa . La Germania è prima con 28 studi , seguita da Regno Unito ( 24 ) e, Francia e Stati Uniti ( 21 ). L 'Italia segue a distanza con 9 .

"Ventotto dei 66 team selezionati includono un ricercatore che lavora al di fuori dell'Europa, principalmente negli Stati Uniti, ma anche in Canada, Australia, Brasile, Ghana, Sudafrica e Singapore", osserva Ekaterina Zaharieva , commissaria europea per le startup, la ricerca e l'innovazione. "Questa collaborazione globale - prosegue - rafforza la scienza europea, offre ai nostri ricercatori l'accesso a importanti competenze e infrastrutture avvicina all'Europa scienziati di spicco provenienti da tutto il mondo".

Per la presidente del Consiglio europeo della ricerca, Maria Leptin , "la collaborazione è al centro degli Erc Synergy Grant. "Nella nostra ultima tornata, team di ricercatori uniranno le forze per affrontare insieme i problemi scientifici più complessi. La concorrenza è stata agguerrita, con molte proposte eccezionali rimaste senza finanziamenti. Con maggiori fondi - sottolinea - l'Erc potrebbe sfruttare appieno questa ricchezza scientifica di prim'ordine. Tali sforzi sono ciò di cui l'Europa ha bisogno per essere davvero in prima linea".

Le proposte presentate sono state 712 , dunque solo circa una su dieci è arrivata a ottenere il finanziamento. Per quanto riguarda l' Italia , ad aggiudicarsi il maggior numero di finanziamenti è l' Università di Bologna , che partecipa a 3 progetti con 4 ricercatori premiati . Tra le università vincitrici anche la Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Milano, quelle di Padova e di Pisa, la Federico II di Napoli, la Sapienza di Roma e il Politecnico di Milano. E ancora, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l'Ospedale San Raffaele di Milano, il Policlinico Universitario Gemelli di Roma e la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa


14 milioni per rivoluzionare la comprensione del Sole, a Infn e Università Federico II di Napoli
Promette di rivoluzionare la comprensione del Sole il progetto Lunanova, vincitore di un Erc Synergy Grant da 14 milioni di euro erogato  dallo European Research Council condotto da Alba Formicola dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Roma e Gianluca Imbriani dell'Università Federico II di Napoli.
A partire dal 2026 il progetto cercherà di eliminare le incertezze che ancora caratterizzano i modelli fisici della nostra Stella. Il gruppo, del quale fanno parte anche altri due scienziati dell'Helmholtz Center tedesco di Dresda-Rossendorf e dell'Istituto di Scienze Spaziali spagnolo (Ice-Csic), condurrà esperimenti con acceleratori di particelle all'interno dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell'Infn e di altri laboratori in Italia e in Germania, studiando le reazioni di fusione nucleare che si verificano nel cuore del Sole. "Siamo onorati di aver ricevuto questo prestigioso Erc Grant", commenta Formicola.
"Avremo la possibilità di attrarre giovani ricercatori, promuovendo la collaborazione internazionale e garantendo un continuo scambio di conoscenza. In questo modo, il progetto non solo farà progredire la scienza fondamentale - dice la ricercatrice - ma rappresenterà anche un investimento strategico, assicurando alla comunità scientifica europea una posizione di leadership nell'astrofisica nucleare di rilevanza globale". "Lunanova sarà, più di ogni altra cosa, un esempio straordinario di collaborazione scientifica", aggiunge Imbriani: "Un progetto che continuerà a basarsi sull'impegno e sulla competenza di ricercatori e studenti, uniti dal desiderio comune di far progredire la conoscenza e di portare avanti la ricerca con passione e senso di responsabilità".

All'Università di Bologna 43 milioni per 4 progetti
L'Università di Bologna risulta l'ateneo italiano più premiato dall'ultimo bando Erc Synergy, con quattro progetti che, in totale, valgono 43 milioni di euro, di cui poco meno di 11 sono destinati agli studiosi dell'Università bolognese coinvolti. "Un giorno di festa - commenta il rettore Giovanni Molari - perché non ci era mai capitato di vincerne 4, sui 66 progetti di ricerca in tutto il mondo finanziati dal bando Erc Synergy 2025", per un investimento complessivo di 648 milioni, provenienti dal programma europeo Horizon Europe. Gli Erc Synergy Grants, finanziamenti del Consiglio europeo della ricerca, sono rivolti a progetti di gruppo, da due a quattro scienziati di alto livello.
In particolare, il primo dei quattro progetti, che hanno una durata standard di sei anni, fa capo al dipartimento di beni culturali: la coordinatrice Vanessa Grotti spiega che "ci occuperemo di seguire il ciclo di rirpoduzione volontaria e non volontaria delle anguille, che rimane ancora relativamente oscuro". L'anguilla, specifica, è un "animale importante sia da un punto di vista nutrizionale che economico in tutto il mondo" e l'industria dell'acquacoltura dell'anguilla oggi ha un valore superiore ai 4 miliardi di euro. Il secondo progetto, del dipartimento di fisica, si pone l'obiettivo di "scoprire cosa accadde durante i primi, cruciali istanti dell'evoluzione dell'universo", fa sapere l'università, combinando dei dati provenienti da diversi tipi di osservazione, come one radio e raggi gamma. Infine, gli ultimi due progetti si concentreranno sullo sviluppo di strumenti, come potenti laser raggi X, capaci di osservare gli atomi e le molecole e sul fare chiarezza sulla cosiddetta "tensione di Hubble" uno dei più grandi problemi della comsologia contemporanea.

10 milioni per studiare la barriera che protegge i nervi all'ospedale San Raffaele
Studiare la barriera che protegge i nervi periferici del corpo, responsabili del movimento, della sensibilità e della funzione degli organi, e come poter intervenire quando questa difesa viene compromessa, come accade in diversi disturbi: è l'obiettivo del progetto Minerva vincitore, insieme ad altri 65, di uno degli Erc Synergy Grant dello European Research Council. L'iniziativa, che si aggiudica 10 milioni di euro, sarà guidata da un ricercatore italiano, Dario Bonanomi dell'Ospedale San Raffaele di Milano. La barriera che difende la rete dei nervi periferici, chiamata 'barriera emato-nervosa', è ancora poco conosciuta e studiata.
"La mancanza di conoscenze approfondite sulla barriera emato-nervosa limita lo sviluppo di trattamenti efficaci e impedisce di intervenire in modo mirato", dice Bonanomi. "Minerva nasce proprio per colmare questo vuoto: comprendere la struttura e il funzionamento della barriera - continua il ricercatore - significa aprire nuove strade terapeutiche per milioni di pazienti che oggi convivono con sintomi invalidanti e poche opzioni di cura". Il gruppo, che comprende anche ricercatori dell'Istituto Nazionale francese di Salute e Ricerca Medica, dell'Università estone di Tartu e dell'Università britannica di Oxford, studierà dunque la composizione cellulare e molecolare della barriera e le alterazioni che si verificano in condizioni patologiche. Grazie a queste conoscenze, il team potrà sviluppare una nuova classe di molecole sintetiche capaci di attraversare la barriera e somministrare farmaci in maniera diretta.

10 milioni contro la diffusione di sostanze pericolose a Scuola Sant'Anna e Università di Pisa
Punta a prevenire la diffusione di sostanze chimiche pericolose già nella fase di progettazione di beni e merci il progetto Sustech, che si è aggiudicato un finanziamento di 10 milioni di euro grazie a uno dei 66 Erc Synergy Grant erogati dallo European Research Council. Vi lavoreranno anche due ricercatrici italiane: Elisa Giuliani dell'Università di Pisa e Arianna Martinelli della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Combinando chimica e Intelligenza Artificiale, svilupperanno simulazioni per calcolare il grado di pericolosità di ogni nuova molecola, dalla sua tossicità al suo impatto ambientale e sulla salute umana, e di individuare i fattori economici, scientifici e regolatori che favoriscono oppure ostacolano la nascita di tecnologie più sostenibili. Tutti i risultati confluiranno in una piattaforma digitale aperta a tutti, pensata proprio per fornire strumenti concreti a chi progetta, valuta o regola l'innovazione. Al progetto partecipano anche Stefan Wagner dell'Università di Vienna e Olexandr Isayev della statunitense Carnegie Mellon University di Pittsburgh.

4 milioni per capire come la mente reagisce all'ambiente all'Università di Padova
Capire come la mente, sin dalle primissime fasi di vita, reagisce ai cambiamenti che si verificano nell'ambiente circostante, mettendo al centro dell'indagine gli uccelli: è questo l'obiettivo del progetto Flap che si è aggiudicato uno degli Erc Synergy Grant dello European Research Council, dedicati a studi che richiedono la collaborazione tra i ricercatori. Lo studio, che unisce psicologia e zoologia, riceverà un finanziamento di quasi 4 milioni di euro e sarà guidato da una scienziata italiana, Maria Loconsole dell'Università di Padova, alla quale si unirà Elias Garcia-Pelegrin dell'Università Nazionale di Singapore.
Flap esplorerà la complessa interazione tra le abilità cognitive degli uccelli, le loro esperienze di vita precoci e l'ambiente. I due ricercatori si concentreranno su specie di uccelli molto diverse tra loro, come il pollo domestico e il bucero, un uccello endemico dell'Asia. Questi animali si collocano ai due estremi dello spettro della conservazione, ma devono ugualmente affrontare le sfide generate dall'impatto umano sul loro habitat. Per questo, i risultati potranno contribuire anche alla progettazione di nuove pratiche volte a promuovere il benessere degli animali in allevamento, così come di strategie di reintroduzione e conservazione di specie a rischio.

Alla Cattolica due Erc Synergy Grant per archeologia e medicina, con Sapienza Università di Roma
Due progetti di ricerca firmati da ricercatori dell'Università Cattolica in Archeologia e Medicina sono i vincitori degli Erc Synergy Grant 2025, tra i più prestigiosi e competitivi finanziamenti europei per la ricerca. Ad essere insigniti del riconoscimento sono Caterina Giostra, ordinaria di Archeologia medievale al Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell'arte della Cattolica, campus di Milano per il progetto di ricerca "Coco - Connected Communities in early medieval Europe", condotto insieme a ricercatori di Leiden University (Olanda), Masarik University Brno (Rep. Ceca), Ku Leuven (Belgio).
Massimiliano Papi, associato di Fisica del Dipartimento di Neuroscienze, e Ivo Boskoski, associato di Gastroenterologia al Dipartimento di Medicina e Chirurgia Traslazionale del campus di Roma, e dirigente medico Gastroenterologo ad alta specializzazione alla Fondazione Policlinico A. Gemelli Irccs, hanno ricevuto il riconoscimento per il progetto "Multiprobe - Real-time endoscopic diagnosis and therapy of gastrointestinal tumors through multimode nonlinear fibers", condotto insieme a colleghi di Sapienza Università di Roma e Università di Limoges, in Francia.
Questi riconoscimenti sono "la conferma della pregevole qualità della ricerca condotta in Università Cattolica in diversi ambiti del sapere, capace di affrontare sfide scientifiche di frontiera grazie a collaborazioni internazionali di elevata reputazione", ha commentato la rettrice Elena Beccalli. Il progetto Coco - Connected communities in early medieval Europe intende riconsiderare l'immagine tradizionale secondo cui, dopo il crollo dell'Impero romano d'Occidente, un'Europa unita e interconnessa si sarebbe frammentata in una serie di regni romano-barbarici con gruppi etnici elitari. L'obiettivo principale del progetto 'Multiprobe' è lo sviluppo di endoscopi ibridi, dispositivi miniaturizzati che combinano funzionalità diagnostiche e terapeutiche mai integrate prima

10 milioni per controllare le molecole con la luce a Politecnico di Milano, Cnr e Università di Bologna
Controllare le molecole con la luce, grazie a rapidissimi impulsi laser che innescano trasformazioni chimiche in pochi milionesimi di miliardesimo di secondo, aprendo così a nuove tecniche di produzione 'green' e a materiali di nuova generazione: è il cuore del progetto Concert, vincitore di un finanziamento da 10 milioni di euro nell'ambito degli Erc Synergy Grant, il programma dello European Research Council che premia quelle ricerche guidate dalla collaborazione tra scienziati con diverse competenze. In questo caso, il gruppo è composto da Giulio Cerullo del Politecnico di Milano, Caterina Vozzi dell'Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del Consiglio Nazionale delle Ricerche e Marco Garavelli dell'Università di Bologna, oltre a Shaul Mukamel dell'Università della California a Irvine. Quando la luce colpisce una molecola, può innescare trasformazioni chimiche ultrarapide che sono alla base di fenomeni fondamentali, come la visione, la fotosintesi o la protezione del Dna dai raggi Uv. Tuttavia, ciò che accade esattamente durante queste reazioni è ancora in gran parte misterioso, perché avviene troppo velocemente per essere osservato con le tecniche tradizionali. Il progetto affronterà questa sfida unendo chimica, fisica quantistica e laser. L'obiettivo principale è riuscire a osservare il momento chiave nel quale le regole classiche della chimica smettono di valere e le molecole cominciano a seguire comportamenti quantistici: un impulso luminoso inviato in quell'istante permetterebbe, infatti, di indirizzare il percorso della reazione verso il risultato desiderato, un sogno di lunga data dei chimici.

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