L’addio a Sara: «Ci hai insegnato a lottare per i propri sogni»

RIVA DI SOLTO. Sabato 16 settembre tutta la comunità ha dato l’ultimo saluto alla giovane donna morta per malattia prima delle nozze in Sicilia. La cugina: «Per me eri come una sorella maggiore».

«Voleva sposarsi sulla spiaggia siciliana di Patti per accogliere l’infinito del mare, immenso come l’amore che portava nel cuore per il suo amato Francesco». Invece la piccola ma gremita parrocchiale di San Nicola Vescovo di Riva di Solto, ieri ha accolto la bara bianca in cui è stata deposta la salma di Sara Viscardi, la giovane donna di 39 anni deceduta alla vigilia delle nozze, a causa di un peggioramento delle sue condizioni di salute, compromesse da una grave malattia.

I familiari

Lo sguardo di Francesco Campanella di 43 anni, suo promesso sposo, originario della storica cittadina in provincia di Messina, è rimasto fisso per tutta la cerimonia sul feretro di Sara ricoperto di fiori, fatto che ha commosso i presenti che si sono riconosciuti nello strazio di questa famiglia. Per mamma Patrizia Zenti, per papà Marcello e per il fratello Valerio, resta il vuoto incolmabile della perdita di un’adorata figlia e di un’affettuosa sorella maggiore.

L’omelia

Consolanti e molto significative sono state le parole del celebrante della cerimonia di commiato, don Erminio Osti, che nell’omelia ha citato il passo del Vangelo di San Marco dove l’angelo, rivolgendosi alle pie donne, dice: «Non cercate tra i morti colui che è vivo. Gesù è risorto». «Per un cristiano – ha continuato il sacerdote – se non c’è l’attesa della vita eterna e della resurrezione, tutto perde di significato. Con questa convinzione, il dolore sordo di genitori che perdono i propri figli, diventa umanamente più sopportabile, anche se la morte di un figlio non è nella natura delle cose».

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«Mi aiutavi»

L’insegnamento più importante che Sara lascia con l’esempio della sua breve vita terrena, è la passione con cui ha vissuto intensamente fino alla fine, anche per coronare il suo sogno d’amore. Lo ha sottolineato don Erminio e lo ha ricordato tra le lacrime la cugina Federica. Toccante e commovente infatti è stato il suo ricordo finale: «Era per me come una sorella maggiore che mi aiutava nei compiti delle vacanze, seguendo la mia crescita con amorevole sollecitudine. Era dolce, umile e perseverante. Con il suo esempio, mi ha insegnato a lottare con tutte le forze quando desideri qualcosa». Lo hanno dimostrato gli ultimi giorni di Sara. Ricoverata in ospedale a causa di una ricaduta, è stata costretta a rinviare la data delle nozze, subito riprogrammate appena è stata un po’ meglio.

La prova dell’abito

In proposito, racconta il padre: «Il giorno prima del matrimonio ha insistito per uscire a fare una passeggiata con me per essere sicura di potersi reggere in piedi durante la cerimonia nuziale». Purtroppo l’improvvisa complicanza della malattia ha spento per sempre il suo sogno. Ai familiari restano le bellissime immagini della felicità di Sara durante le prove dell’abito da sposa, mentre dopo la breve sfilata, stringe forte a sé mamma Patrizia. Al termine delle esequie, il saluto corale della comunità di Riva di Solto, dei parenti, dei tanti amici e conoscenti di Sara e della sua nota famiglia, titolare per 45 anni del rinomato ristorante “Zù”, si è concluso sul sagrato, da dove il bianco feretro è partito per la cremazione.

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