Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 17 Agosto 2023
«Monopattini, bici e scooter contromano nel primo tratto di Borgo Palazzo»
LA PROTESTA. Nella parte compresa tra l’incrocio con via Camozzi e piazza Sant’Anna, quello della circolazione selvaggia dei velocipedi è un problema serio.
Due monopattini, uno scooter e sei biciclette in contromano e altre due bici sul marciapiede. È il bilancio di appena un quarto d’ora in un pomeriggio d’agosto con la città semideserta e i negozi quasi tutti chiusi per ferie. Nel primo tratto di via Borgo Palazzo, quello compreso tra l’incrocio con via Camozzi e piazza Sant’Anna, quello della circolazione selvaggia dei velocipedi è un problema serio. La strada è a senso unico e in salita verso il centro, le biciclette la imboccano da via Pignolo o da via Camozzi per evitare il giro di un paio d’isolati, mettendo a rischio l’incolumità loro e quella di automobilisti e passanti.
«Malcostume diffuso da tempo»
«È un malcostume diffuso da tempo – racconta Domenico Giordano, presidente delle Botteghe di Borgo Palazzo e titolare di un ristorante proprio all’angolo con la via Frizzoni –. In quel tratto i marciapiedi sono riservati ai pedoni e sulla carreggiata non ci sono corsie dedicate alle biciclette. Basterebbe solo un po’ di buonsenso e il rispetto del codice della strada. I ciclisti devono capire che non possono andare dappertutto e che, se proprio vogliono salire sul marciapiede, devono almeno scendere dalla sella».
Da tempo si discute sulla possibilità di rendere «legale» il passaggio in contromano a scendere, creando una corsia ciclabile sulla sinistra della carreggiata, sulla falsariga di quella (pericolosissima) che c’è in Borgo Santa Caterina. Qui però la strada è in pendenza e la discesa verso piazza Sant’Anna rappresenterebbe comunque un problema.
«Manca una coscienza civile»
«Le persone non si rendono conto di quale sia il rischio per noi e anche per loro – aggiunge Elisa Gatti, titolare dell’omonimo negozio di oggettistica per la casa in quel tratto di strada –. Parlare di problema è un eufemismo; forse soltanto con un agente fisso sulla strada si risolverebbe, ma non è una soluzione praticabile. Manca proprio una coscienza civile».
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