La salute / Bergamo Città
Sabato 07 Ottobre 2023
«Tumore al seno, la prevenzione resta l’arma migliore che abbiamo»
DA SAPERE. Quella primaria è legata ai nostri stili di vita. Quella secondaria agli esami strumentali.
P arola d’ordine: prevenzione. Per tutte le patologie ma in particolare per il tumore al seno, come ha ribadito l’American Society of Clinical Oncology (ASCO) nell’ultimo Congresso mondiale di giugno scorso che ha sottolineato come la prevenzione sia fondamentale partendo da una visita senologica da iniziare sempre più in età giovanile. Sono 57 mila i nuovi casi di cancro al seno in Italia nel 2022 e si tratta della patologia oncologica più diffusa nel nostro Paese. Ma le possibilità di cura sono in aumento e le armi più potenti risultano essere la prevenzione e la diagnosi precoce. In occasione del mese in rosa abbiamo intervistato Massimo Grassi, responsabile Breast Unit di Humanitas Gavazzeni e co-direttore dell’Unità di Senologia di Humanitas Gavazzeni.
Cosa significano questi dati?
«Significa che è necessario aumentare le azioni di prevenzione per quelle donne le quali, per età, sono fuori dagli screening regionali (indicati dai 45 ai 74 anni) ma che, come ci dicono i casi dello scorso anno, hanno bisogno di un controllo e di un percorso che deve essere costruito con il medico di medicina generale e lo specialista. Purtroppo, non è più rara l’incidenza della malattia in donne giovani anche sotto i 30 anni».
A che età bisogna iniziare a fare prevenzione?
«All’età di 20 anni. Se qualche tempo fa poteva sembrare un’affermazione azzardata, ora non lo è più. Una visita senologica, come quella ginecologica, deve far parte degli impegni di ogni donna a partire dai vent’anni; sarà poi lo specialista a decidere se associare esami strumentali. La prevenzione, che deve partire da una visita con il senologo, deve essere centrale per ogni donna: è ormai un dato certo che una sana e corretta prevenzione permette una sopravvivenza molto alta, superiore al 90%».
Cos’è prevenzione primaria?
«Sono quei comportamenti che dipendono solo da noi come l’alimentazione, il controllo del peso, un’attività fisica corretta, l’astensione il più possibile dal fumo e dall’alcol. Tutto questo permette, soprattutto in età giovanile, di ridurre il rischio di malattia».
«Una visita senologica, come quella ginecologica, deve far parte degli impegni di ogni donna a partire dai vent’anni; sarà poi lo specialista a decidere se associare esami strumentali. La prevenzione, che deve partire da una visita con il senologo, deve essere centrale per ogni donna: è ormai un dato certo che una sana e corretta prevenzione permette una sopravvivenza molto alta, superiore al 90%»
Secondaria, invece?
«È legata alle visite di controllo e agli esami strumentali. Dai 40 anni, ad esempio, oltre alla visita senologica, è consigliata la mammografia o altri accertamenti radiologici».
Quanto conta la familiarità?
«Una predisposizione generale a una patologia oncologica conta. Una familiarità importante richiede un’attenzione particolare non solo clinica ma anche strumentale, ben prima della dovuta mammografia dei 40 anni. Ed è consigliato un controllo annuale. Va comunque distinta la famigliarità dall’ereditarietà».
Qual è lo stato dell’arte per la cura del tumore al seno?
«Sia da un punto di vista medico, chirurgico che radioterapico si sono raggiunti risultati entusiasmanti. Con un’attenzione sempre più alta anche all’aspetto estetico negli interventi conservativi o radicali di esportazione della ghiandola mammaria. Importante nella cura è la presenza della Breast Unit; è dimostrato che una paziente trattata in un ambiente specialistico come la Breast Unit abbia un risultato e una sopravvivenza migliore, sia in termini quantitativi che qualitativi perché è possibile garantire il meglio delle cure avendo un team di persone (dal senologo alla psicologa) che si occupano della paziente».
Consiglia l’autopalpazione?
«Non è una metodica diagnostica ma conoscitiva, e serve per conoscere il proprio seno e cogliere i primi segnali. Come si effettua? Distese, si ispeziona con la mano destra appoggiata sul seno sinistro e poi la mano sinistra sul seno destro. Si procede in senso orario o antiorario, comprimendo e “ascoltando” il proprio seno. I noduli sospetti sono estremamente duri, non regolari, poco mobili o fissi sui piani profondi, o superficiali potendo creare retrazione cutanea o dell’areola oppure secrezione ematica, simil ematica o ad “acqua di roccia”. Se si nota qualcosa di anomalo è necessario rivolgersi sempre al senologo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA