
Il cuore dei cromosomi non è impenetrabile come si pensava: una sorta di codice a barre permette di leggere le regioni centrali , chiamate centromeri, di queste strutture fondamenti che racchiudono l'informazione genetica. Il risultato, pubblicato sulla rivista Science, si annuncia importante per combattere malattie genetiche e tumori . La ricerca è coordinata dalla Sapienza Università di Roma con il gruppo di Simona Giunta, del dipartimento di Biologia e Biotecnologie Charles Darwin. Lo studio fa parte del progetto sostenuto dalla Fondazione Airc per la Ricerca sul Cancro e dal Consiglio Europeo della Ricerca, volto a indagare il ruolo dei centromeri nei tumori e nelle malattie genetiche.
La parte centrale dei cromosomi svolge un ruolo fondamentale nel processo di divisione delle cellule , ma finora era considerata un misterioso agglomerato di Dna . Solo adesso è stato possibile leggere le lunghe sequenze di informazioni genetiche racchiuse al loro interno e trovare il legame con la comparsa di alcune malattie. "Utilizzando nuove tecnologie di sequenziamento e algoritmi computazionali siamo riusciti non solo a leggere queste sequenze per la prima volta, ma abbiamo scoperto che ogni cromosoma possiede un proprio schema unico, come una sorta di codice a barre , che si dimostra coerente anche osservandolo in persone diverse", dice Giunta, docente alla Sapienza e direttrice del Giunta Lab.
I ricercatori hanno scoperto inoltre che la sequenza di Dna che si credeva confinata nella regione centrale del cromosoma (chiamata motivo centromerico ) si trova anche lungo i bracci dei cromosomi secondo uno schema preciso , che i ricercatori hanno chiamato ' centenia ' e che permette di generare codici a barre specifici per ogni cromosoma.
Questo significa avere a disposizione un nuovo strumento potente per studiare il genoma ad alta risoluzione. "Proprio come si può scansionare un codice a barre per ottenere informazioni su un prodotto, in futuro sarà possibile scansionare i codici dei centromeri per conoscerne l'evoluzione e comprenderne il comportamento in patologie specifiche", osserva Luca Corda, primo autore dell'articolo e dottorando in Genetica e Biologia Molecolare alla Sapienza.
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