Il Qatar vuole anche le Olimpiadi 2036? Scenario complesso

Dopo i mondiali.Il Qatar ci ha preso gusto e pensa che i Mondiali di calcio possano addirittura diventare il trampolino di lancio per organizzare il più grande evento sportivo del pianeta, le Olimpiadi.

Quelle del 2036, per le quali sarebbe pronto a candidarsi, nonostante non ce l’abbia fatta tre volte in passato (il Comitato olimpico internazionale fu perplesso sulla possibilità che un Paese così piccolo avesse le infrastrutture per organizzare un evento che richiama 10.500 atleti in 32 discipline, senza contare gli spettatori). Il 2036 è piuttosto lontano ma il tema è d’attualità e l’anticipazione arriva dal Guardian, importante quotidiano inglese. Qui a Bergamo verrebbe da dire: amò turna? Tradotto: ci risiamo. Persevera (diabolica) l’idea di una manifestazione internazionale tradizionalmente estiva da ricollocare in autunno. Aiuto.

Eppure in questo caso non sarebbe una novità assoluta: i Giochi di Tokyo 1964 iniziarono il 10 ottobre e sia Seoul 1988 che Sydney 2000 aprirono le danze a metà settembre. Non è escluso che in Medio Oriente si arrivi ad avanzare un’offerta congiunta Qatar-Arabia Saudita per unire le forze e aumentare il peso della proposta: il Guardian vede un indizio in questa direzione dall’emiro del Qatar, lo sceicco Tamin bin Hamad al-Thani, che si è mostrato con una bandiera saudita durante i Mondiali di calcio. Per le Olimpiadi, il Qatar metterebbe sul piatto gli stadi climatizzati (attualmente in modo esagerato, stando alle lamentele di giocatori e pubblico) e impianti all’aperto. Ma, se si concretizzerà, la candidatura mediorientale dovrà affrontare diversi ostacoli: non dimentichiamo le polemiche e l’opposizione di buona parte dell’opinione pubblica, oltre che di autorità in vario campo, già manifestate per i Mondiali sui temi dei diritti civili, dell’ambiente, dei morti sul lavoro, della corruzione, eccetera.

E la comunità olimpica ha molti più atleti Lgbtq+ rispetto al calcio e formerebbe un fronte più compatto contro un Paese in cui essere gay è un crimine. Il presidente stesso del Cio, Thomas Bach, è considerato freddo su una possibile candidatura qatariota, tuttavia il suo mandato scade nel 2025, un anno prima che venga scelta la sede dei Giochi del 2036. Staremo a vedere: il mondo, lo stiamo constatando in questo millennio, cambia sempre più in fretta.

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