«Ciao nonno, vedessi che Atalanta...
Grazie per la passione che mi hai dato»

Immagini di un calcio che fu in questa lettera che Marco scrive a suo nonno, scomparso anni fa: più che un tifoso...

«Ciao nonno Ezio, ormai è qualche anno che non ci sei più». Comincia così la lettera che Marco Fasolini invia al nonno Ezio Traini, tifosissimo atalantino e vecchio titolare di un bar in Borgo Palazzo. Un atalantino vero, che in molti avranno visto ai margini del campo negli anni ’70 e ’80 (e pure prima...) ad aiutare la squadra. Un bellissimo ricordo di un tempo che non c’è più, ma di una passione che rimane, da padre in figlio. Anzi. da nonno a nipote.

«Ti penso spesso perché col passare del tempo ho capito che alcune parti del mio carattere derivano direttamente da te. La cosa però che più mi hai passato è l’amore per la squadra della nostra città, l’Atalanta.

Tu avevi un bar in Borgo Palazzo, con il suo club tifosi della Dea ovviamente, ma non ti bastava. Andavi ad aiutare la squadra durante gli allenamenti: pulivi le scarpe, portavi i palloni, sistemavi gli spogliatoi. Per te era come essere in paradiso. Poter stare vicino alla panchina durante le partite e abbracciare i giocatori dopo il gol dava senso alla tua vita. Ti scrivo proprio adesso perché mi manchi più che mai ora che la nostra Atalanta sta giocando così bene come non è mai successo. Vorrei poterti parlare di questi nuovi campioni, del Gasp e delle imprese che stanno compiendo».

Chissà cosa avresti detto di questa squadra, mi immagino già il tuo folle entusiasmo, la tua grinta da vero bergamasco, avresti sicuramente detto che andavamo a vincere anche la prossima, e anche quella dopo. Adesso non so a chi dirle queste cose però. Ti voglio bene nonno, forza Atalanta sempre».

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