Dainese, sprint azzurro nella 17ª tappa. Quinto il bergamasco Consonni. Ora tre giorni decisivi

GIRO D’ITALIA 2023. Giro, a Caorle mercoledì 24 maggio il veneto si è imposto in volata su Milan e Matthews. Quarto Bonifazio, poi il bergamasco. Da giovedì tre giorni di grandi emozioni che decideranno la maglia rosa: due frazioni con tanta montagna e la crono.

Il brivido della volata parla italiano a Caorle. Vince Alberto Dainese, 24 anni di Abano Terme, che ha stretto i denti per giorni lottando con le unghie contro un’influenza intestinale e sognando la vittoria sulle strade di casa che ieri ha finalmente centrato con abilità, forza e coraggio. E ai primi cinque posti ci sono quattro «frecce azzurre»: oltre al vincitore di giornata, Jonathan Milan secondo di un soffio al fotofinish, Niccolò Bonifazio quarto e quinto il bergamasco Simone Consonni, bravo a farsi largo in fase di preparazione dello sprint, terzo ad un certo punto, ma poi rimontato nel rush finale. È comunque il miglior piazzamento in questo Giro in volata per il campione olimpico di Brembate Sopra che ci ha provato con caparbietà.

Lo sprint è stato incerto e bellissimo fino all’ultimo metro, con il poderoso Jonathan Milan che, come al solito, parte troppo lontano e poi si produce in una rimonta formidabile che si ferma a pochissimi centimetri dalla seconda graffiata vincente al Giro. Milan infila così il quarto secondo posto in volata dopo il successo alla seconda tappa. E sul filo di lana, il colpo di reni di Dainese è decisivo anche nei confronti dell’australiano Michael Matthews, terzo al traguardo.

Una favola a lieto fine per il talentuoso sprinter padovano (alla seconda affermazione assoluta nella corsa rosa dopo il timbro del 2022 a Reggio Emilia) che in questa edizione ha sofferto per giorni, rischiando addirittura di finire fuori tempo massimo nella tappa di Bergamo di domenica scorsa, ma che ieri è stato ripagato di tutti i sacrifici.

La Pergine Valsugana-Caorle era cominciata con la fuga di quattro corridori Senne Leysen, Thomas Champion, Diego Pablo Sevilla e Charlie Quarterman, tenuti sempre nel mirino dal plotone e inevitabilmente riassorbiti prima della volatona finale, dominata dallo spunto di Dainese.

Ora emozioni d’alta quota

Mercoledì 24 maggio la carovana ha affrontato la tappa più facile del Giro, 197chilometri piatti come una sogliola, da Pergine Valsugana a Caorle, ma da giovedì 25 inizia il trittico di fuoco che metterà il punto esclamativo sulle gerarchie della classifica prima della passerella finale di domenica a Roma. Salite toste, discese ardite, rampe inedite e vette leggendarie: nei prossimi tre giorni si decide tutto.

A cominciare dalla tappa odierna, la 18ª, 161 chilometri da Oderzo a Val di Zoldo, con 3.700 metri di dislivello. È una frazione corta, ma secca, intensa e probabilmente battagliata. Dopo una trentina di chilometri tranquilli, ecco la prima asperità: il Passo della Crosetta (11,6 chilometri al 7,2% di pendenza media), poi ci sarà una parte ondulata e in seguito, da Pieve di Cadore, si sale quasi senza soluzione di continuità. Prima la salita della Forcella Cibiana (9,6 chilometri al 7,8% di pendenza media), e nel finale sarà soprattutto la salita inedita di Coi a fare selezione, probabilmente, scatenando il duello tra i big. Si tratta di una arrampicata breve, ma con picchi feroci: 5,8 chilometri al 9,2% di pendenza media, con punte al 19%. Poi si scende leggermente e si risale per la Val di Zoldo, con i 2,7 chilometri finali al 6,4% di pendenza media.

Venerdì invece tocca alla giornata epica di questo Giro: tappone dolomitico classico, distribuito lungo 183 chilometri , 5.400 metri di dislivello, e 5 Gran premi della montagna: Campolongo, Valparola, Giau, Tre Croci e arrivo alle Tre Cime di Lavaredo, Cima Coppi 2023, con i suoi 2.304 metri. Sabato infine una cronoscalata durissima: 18,6 chilometri da Tarvisio a Monte Lussari, una rasoiata micidiale con 7,3 chilometri di ascesa che presentano anche punte al 22%: è la resa dei conti finale.

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