Sara Dossena dice stop: «È ora di girare pagina». Una carriera fra successi e guai fisici

Atletica Dossena ha annunciato il ritiro dall’attività agonistica ma resterà nel mondo dello sport. Dal cross, al triathlon fino alla maratona, in cui ha ottenuto un 6° posto a New York e agli Europei.

Per comunicarlo ha usato i social, di cui nel mondo dell’atletica è stata tra le pioniere, e dove è stata inondata da messaggi d’affetto dai suoi seguaci. Tre frasi apparse dopo mesi di silenzi, di cui l’ultima: «È arrivato il momento di girare pagina con serenità e consapevolezza» che non lasciano spazio all’interpretazione: Sara Dossena a 37 anni ha deciso di lasciare l’agonismo. Nove mesi dopo aver rinunciato alla maratona delle Olimpiadi di Tokyo della scorsa estate («Non sono in condizione di onorare la maglia azzurra come vorrei» disse) e a 283 giorni dall’ultima uscita ufficiale (la mezza maratona di Brescia del 2021, chiusa con un modesto, per lei, 1h16’03”) la 37enne originaria di Clusone dice basta.

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Stavolta, la Fenice (come il titolo del libro che diede alle stampe nel 2018) rinascerà in un’altra veste, facendo calare il sipario su una carriera fatta di tante gioie e altrettanti dolori fisici . L’ultima volta è finita sotto i ferri a dicembre ’20 (per risolvere una borsite metatarsale al piede sinistro) ennesimo stop di una storia iniziata a 17 anni con la corsa in montagna (in divisa Olimpia Valseriana Superiore) in cui talento e stampelle hanno fatto troppo spesso staffetta. La donna che visse due volte del nostro sport, promessa giovanile con pochi eguali (tre titoli tricolori U23 su 5.000, 10.000 e cross a cavallo tra ’05 e ‘06) si era già fermata tra il 2007 e del 2010, e per ripartire in maniera soft aveva scelto il triathlon. Una manciata di stagioni ad alto livello (con tre medaglie continentali) e la convocazione per Rio de Janeiro ’16 sfumata per una frattura da stress al perone.

Le vittorie e i guai fisici

Dal 2017 in avanti è stato di nuovo atletica con l’obiettivo della maratona. La gara simbolo della sua carriera rimarrà quella dell’esordio di New York ’17, con un sesto posto (2h29’39”) in cui stupì tutti in mondovisione per piglio e per un body rosa fluo . La più veloce quella di Nagoya, in Giappone, tre inverni fa, quando chiuse in 2h24’00”, a soli sedici secondi di distanza dal primato italiano di Valeria Straneo. Nel 2018 è stata sesta individuale (e medaglia d’argento a squadre) agli Europei di Berlino, a suggello di un’annata che l’aveva vista prendersi anche l’oro ai Giochi del Mediterraneo, il titolo tricolore sui 10 km (terzo assoluto della serie avviata da cross e 10.000 su pista) e il personale sulla mezza (1h10’10”).

Una campionessa social

Anche quello successivo sembrava promettente, ma l’apparenza ingannava: dopo Nagoya, i personali sui 5 km (16’03”, primato italiano), 10 km su pista (32’30”47 in Coppa Europa) e i tanti successi su strada, ecco il ritiro alla kermesse iridata Doha, in Qatar, settima a ultima presenza in nazionale assoluta. Da lì il Covid-19, il silenzio (incluso quello del sito personale www.saradossena.it ) e tutti lì a chiedersi: ritornerà? Ora ad attenderla ci sono nuove sfide, da vivere a fianco dell’ex coach e futuro marito Maurizio Brassini : «Ora c’è tanta gente da allenare, c’è tanto da studiare (-13 esami alla laurea magistrale per diventare biologa nutrizionista) e c’è poco tempo per preparare il matrimonio (3 giugno 2022)» ha concluso su Instagram. Dove l’abbraccio a miss caparbietà è stato reale più che virtuale.

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