Zingonia e poi a Clusone tra valigie da fare o da disfare

IL COMMENTO. Diciamo la verità. Loro sono ben retribuiti, coccolati, idolatrati. È giocoforza che in alcuni di noi, poveri mortali, scatti il contrappasso della rivincita.

Dal momento che parecchi non sono ancora partiti per le ferie e loro, invece, hanno inesorabilmente terminato la pacchia e gli tocca iniziare a sgobbare, sudare, stare attenti alla linea e altro ancora. E bisogna fare tutto tremendamente sul serio, considerando il ritorno sul palcoscenico d’Europa.

I nostri eroi in maglia nerazzurra si sono ritrovati a Zingonia, in prossimità di un mezzogiorno di fuoco, luogo ideale per una tragica inversione di rotta dopo il venticello sulla spiaggia di Ibiza o l’ombreggiare delle palme in Giamaica. E, in questo calcio odierno, il problema è che non è ancora chiaro chi si fermerà e chi partirà, dal momento che il plotone diventerà presto francamente sovradimensionato.

Più che una cittadella sportiva, splendida del resto, il Centro Bortolotti sembra destinato a diventare, in un paio di giorni, «Zingonia Centrale», con l’arrivo degli altri, valigie che si preparano o si disfano, saluti di benvenuto o di arrivederci, sotto l’occhio vigile di mister Gasperini che, per l’occasione, sfoggia con eleganza un berretto rosso da capostazione.

E poi si va a Clusone

Poi, dopo tre giorni di test e allenamenti, venerdì pomeriggio si salirà a Clusone, dove è auspicabile perdere qualche grado dopo aver perso già qualche etto sotto il sole implacabile della Bassa. Poco importa se non si godranno i panorami (a noi conosciuti) di Folgaria, Pinzolo o Lavarone, gettonate da altre squadre, ma la bellezza di Clusone e l’abbraccio affettuoso della sua comunità varranno certamente la pena di essere ricambiati. La sede del ritiro, tra l’altro, è stata abbellita dai commercianti con una scenografia di ben 850 ombrelli neri e azzurri che proteggono dall’alto, in ogni caso, contro pioggia o troppo sole che possano capitare.

E non sarà certamente sfuggita la notizia che il Pisa, per il terzo anno di seguito, abbia scelto di piantare le tende a Rovetta. Le questioni in ballo sono quindi due: la prima è che la Val Seriana ha dichiarato guerra, in quanto a ritiri estivi, all’Alto Adige. La seconda è che anche il Pisa veste di nerazzurro. Una coincidenza? Forse non tanto. Fatto sta che, per l’anno prossimo, in ottemperanza al nuovo corso di armocromia, si registra l’interessamento di altre squadre di blu e nero fasciate.

E a Parre il Bisceglie

Parre potrebbe essere la meta scelta dai pugliesi del Bisceglie, anche se vediamo durissima la proposta di condire, con i loro celebri pomodori, gli scarpinòcc. Civitavecchia e Imperia si contenderebbero Fino del Monte per unire il fascino dei boschi in altura al meraviglioso sciabordio delle onde. Il gemellaggio a tavola con gli «Spaghetti mare&monti» lo diamo per scontato. Ma ci guardano con interesse anche da lontano: dagli inglesi del Bolton ai brasiliani del Gremio, mentre appare scontato che i nerazzurri giapponesi del Kawasaki Frontale altro non possano scegliere che Songavazzo, patria dell’enduro.

Ma per il rientro dei nostri ragazzi dalle ferie, la società atalantina non ha lasciato nulla al caso. Converrete che, molto tempo addietro, ritornando sotto le sgrinfie dell’allenatore (uno solo, al massimo con un vice) il passaggio da pantagrueliche grigliate di pesce in vacanza a una dieta a base di riso in bianco e verdure cotte poteva rappresentare uno shock difficilmente superabile.

Ma qui entra in scena Gabriele Calvi, ormai collaudato chef della famiglia atalantina, stimatissimo da colleghi in patria e all’estero, che è riuscito, collaborando con il nutrizionista, a rendere gradevole il menù dei calciatori. I suoi gelati sono ormai leggendari ed è pronto ad accogliere la truppa con un «Ragù di agnello e limone», «Budini proteici al cioccolato», «Torte vegane alla frutta secca» e «Acque profumate per il dopo allenamento a base di lime, zenzero, cetriolo e menta». Un mio carissimo amico, in una tappa provenzale delle sue recenti vacanze, s’è imbattuto in un terrificante piatto di «Linguine con mozzarella intera, altri ingredienti di difficile identificazione, sommersi da eccessiva grattugiata di limone». L’avesse saputo, avrebbe chiesto ospitalità a Zingonia.

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