L'Adriatico perde le praterie marine, incide il mare più caldo

(ANSA) - TRIESTE, 22 OTT - Il riscaldamento del mare, insieme alle alterazioni ambientali causate da attività antropiche, sta provocando un progressivo declino delle praterie di piante marine dell'Alto Adriatico.

Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista Estuarine, Coastal and Shelf Science, che testimonia che le praterie di Posidonia oceanica, Cymodocea nodosa e di altre piante marine, vitali per la biodiversità, la stabilità costiera e lo stoccaggio del carbonio, sono messe a rischio da una molteplicità di fattori.

Lo studio, coordinato dall'Ogs, ha coinvolto ricercatori dell'Area marina protetta di Miramare, dell'Università di Trieste, dell'Istituto nazionale di biologia di Slovenia e dell'Università di Maribor (Slovenia). L'analisi si è concentrata sulle coste slovene e italiane del Golfo di Trieste e ha utilizzato un approccio integrato di monitoraggio sul campo e analisi statistiche per valutare la relazione tra pressione antropica e risposta della vegetazione marina. La relazione tra le dinamiche delle fanerogame marine e le variazioni ambientali è stata studiata analizzando i pattern spazio-temporali delle variabili ambientali e applicando modelli matematici riferiti al 2009-2013 e al 2014-2018. Lo studio dimostra come il declino delle praterie di piante marine nel golfo sia causato sia da impatti locali sia da stress climatici globali. Nell'Adriatico settentrionale, Cymodocea nodosa risulta la specie dominante, mentre la Posidonia oceanica e diverse specie di Zostera mostrano una distribuzione più frammentata. "I risultati indicano che Cymodocea nodosa è ancora presente nel Golfo, in particolare lungo la costa da Monfalcone alla foce del Tagliamento, ma nel periodo 2014-2018 si è registrata una diminuzione della sua copertura pari al 30% nelle acque slovene e fino all'89% lungo la costa vicino a Trieste - spiega Vinko Bandelj, oceanografo dell'Ogs- l'analisi delle variabili fisico-chimiche ha rivelato un aumento della temperatura dell'acqua marina in tutto il Golfo e una variazione del carico di nutrienti, con una riduzione significativa nelle acque slovene".

Per la conservazione di questi habitat, lo studio suggerisce di sviluppare strategie integrate di pianificazione spaziale, includendo la riduzione delle pressioni antropiche locali, la protezione delle aree costiere meno degradate e il monitoraggio a lungo termine dei parametri climatici e biologici. (ANSA).

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