Bus, ci si potrà sedere su tutti i posti
Resta il nodo dei controlli sulla capienza

Scarfone: «Stiamo monitorando gli abbonamenti, temiamo un calo anche sul fronte studenti». Personale Atb a terra per verificare l’afflusso a bordo. Cgil: «I conducenti preoccupati per le nuove regole».

E ora si comincia con i numeri, quelli veri. Incassata la possibilità di riempire gli autobus fino all’80% della capienza, Atb prosegue nella marcia d’avvicinamento al 14 settembre, il d-day, quello del ritorno a scuola. Le attuali regole sono in vigore fino al 10. «Non abbiamo ancora uno schema preciso, definito: stiamo lavorando ad una serie di ipotesi» spiega il direttore generale Gianni Scarfone. Che tra le altre cose è pure presidente di Asstra Lombardia, l’associazione che raggruppa le varie aziende di trasporto: «E siamo tutti nella stessa situazione». Ovvero poche certezze, una marea di punti di domanda e una certa qual prudenza di fondo. Quella che, per esempio, di fronte all’ordinanza della Regione Lombardia che allargava i cordoni della capienza fino al liberi tutti, ha portato Bergamo, Brescia e Milano a restare su un prudente 60%. Anche perché, francamente, ad agosto di più non serviva.

Un servizio da modulare

Ora il primo dato fondamentale sarà quello degli abbonamenti: «Di solito c’è un’accelerazione all’approssimarsi del via alle lezioni» spiega Scarfone. «Ma questa volta c’è anche il timore che qualcuno decida di non farlo proprio vista la situazione d’incertezza generale». E a quanto pare l’impressione generale è questa: «Sì, potrebbe esserci un calo degli abbonamenti, ma è ancora presto per dirlo». Il che avrebbe dei riflessi persino ovvi sulla capienza a bordo: «L’80% potrebbe essere persino troppo nel caso di calo significativo dei rinnovi. Per questo stiamo aspettando che la campagna decolli e il dato si consolidi. Il servizio verrà modulato anche sulla scorta del numero degli abbonati, della loro provenienza e scuola di destinazione».

Nota bene, il dato degli abbonamenti in questo caso non ha valore economico (anche se il tema rischia di farsi delicato con le perdite secche degli ultimi mesi) «ma meramente trasportistico» rileva Scarfone. «Ora abbiamo anche l’indicazione certa che l’ingresso a scuola sarà su due fasce orarie, le 8 e le 10: la nostra offerta sarà in loro funzione».

Tutti con la mascherina

A bordo «ci si potrà sedere su tutti i posti, senza limitazioni». In più un certo quantitativo di persone in piedi «ovviamente tutti con le mascherine, diversamente non si sale». In numeri si va dai 116 posti degli autosnodati ai 60 dei bus elettrici passando per i 70 di quelli standard. «Per controllare che la capienza venga rispettata ci sarà del nostro personale a terra nelle fermate più frequentate». Come in sostanza già successo a maggio per la fase 2, anche se allora la capienza era al 25% e i controlli molto più semplici. Ora con la ripresa delle scuole è tutto molto, molto, più complicato. «E per noi è un’altra incombenza in più a parità di personale»

In linea di massima il piano Atb per il 14 settembre (e a seguire) prevede corse più frequenti su quelle che già a maggio erano state individuate come le linee portanti del servizio: 5, 6, 7 e 8. Tutte passano in prossimità di importanti istituti scolastici e le frequenze verranno intensificate (a maggio si era arrivati a 7 minuti e mezzo) soprattutto nelle tratte urbane e nelle fasce di entrata e uscita degli studenti. Una cosa certa comunque c’è: «A bordo non vedremo divisori di alcun genere né materiale» assicura Scarfone. È una delle ipotesi contenute nelle linee guida Stato-Regioni sul tpl, ma cassata dai più, sia per la scomodità che per la difficoltà di procurarsi il necessario.

«Ma noi restiamo ore a bordo»

Sul fronte dei conducenti, le preoccupazioni non mancano, rileva Aniello Sudrio della segreteria Filt-Cgil che giudica il riempimento all’80% come una sorta di «liberi tutti». Con tutte le conseguenze del caso.

«In Atb abbiamo saputo, parlando con i colleghi, che 7 conducenti sono finiti in ospedale per Covid-19 e durante la pandemia si è registrato un picco di circa 90 assenze per malattia (generica, sul totale di 270 autisti). Anche nelle altre aziende ci sono stati casi» prosegue. «Tra gli autisti c’è rassegnazione: pur avendo svolto un servizio pubblico essenziale, il loro lavoro non è stato considerato come tale da opinione pubblica e istituzioni. Ora, con la semplice modifica - al rialzo - della capienza il ministero sembra abbassare la guardia. Chiediamo che resti lo spazio vuoto accanto alla postazione del conducente, quello delimitato da una catenella. E anche che si continui a provvedere alla fornitura di mascherine e guanti: da febbraio fino ad aprile ne eravamo sprovvisti. Non ci si dimentichi di nuovo di noi. Le nuove decisioni – si dice – si basano su evidenze scientifiche e sulla considerazione dei tempi di permanenza medi dei passeggeri: i conducenti, però, a bordo dei mezzi ci restano un intero turno di lavoro».

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