«Con i miei asini insegno ai bambini
la bellezza del rumore del vento»

Matteo Fracassetti , 24 anni, ha riaperto la baita del nonno e propone percorsi naturali per grandi e piccini.

Continua con questa puntata una serie di pubblicazioni dedicate ai personaggi e alle piccole realtà delle Orobie, in collaborazione con il Gal Valle Brembana 2020, che ha curato la raccolta delle storie e delle fotografie.

Matteo Fracassetti ha solo 24 anni, ma ha già le idee molto chiare. Grazie anche a un finanziamento del Gal Valle Brembana 2020, ha avviato a Botta di Sedrina, poco sopra il paese, la sua attività «Ragliando S’Impara», un progetto nato dalla passione per gli animali, la natura e le escursioni. La baita che ha allestito era originariamente di proprietà del nonno e di altre 6 persone.

La sua passione viene da lontano. Fin da piccolo, da quando aveva solo due anni, Matteo ha sempre nutrito un forte amore per gli animali. «All’età di quattro anni, invece di un giocattolo, chiesi e ricevetti un pony!» ricorda raggiante. «A 17 anni, poi, decisi di investire gran parte dei miei risparmi in un’asina in vendita su internet…fu una folgorazione!». Nel 2016, dopo essersi diplomato all’istituto Agrario, Matteo pensava di inseguire il suo desiderio di sempre: avviare un’attività di capre. Eppure, l’incontro con quell’asina aveva cambiato il modo in cui vedeva le cose. Così ha trovato un lavoro e ha iniziato a mettere dei soldi da parte: «Ho deciso di investire i miei risparmi in un corso di specializzazione, ottenendo poi l’attestato di coadiutore dell’asino – racconta Matteo – . Raggiungevo Milano durante i weekend e seguivo le lezioni dalla mattina alla sera.

È stato impegnativo, soprattutto per uno come me che non ama le grandi città, ma ne è valsa la pena». Nel frattempo Matteo ha iniziato ad andare a fare lunghe passeggiate in montagna con la sua asina: «Io ero abituato ad andare a correre. Con gli asini ho riscoperto la bellezza di passeggiare lentamente, avere il tempo di immergermi completamente nella natura, ascoltare suoni e rumori». Una sensazione che, mano a mano che metteva a fuoco, Matteo intendeva condividere con gli altri. Poi è arrivata la pandemia, e tutti i progetti sono stati rimandati. Matteo ne ha approfittato per approfondire le sue conoscenze e appena è stato possibile, ha avviato la sua attività. Propone diverse attività: percorsi con gli asini, attività «in campo» rivolte a gruppi di amici, famiglie e persone con disabilità, ma anche progetti per scuole, asili, università, centri ricreativi estivi e, possibilmente, anche a Rsa e ospedali, sempre puntando a promuovere attività ludiche ricreative a valorizzazione di ambiente e tradizione agroalimentare.

Le attività «in campo» prevedono strigliatura, pulizia degli zoccoli, vestizione dell’animale con capezza e lunghina, per terminare poi con la conduzione su un percorso adatto a tutti. I percorsi someggiati sono invece vere e proprie escursioni per persone dai 5 ai 99 anni, in cui si conduce l’asino a mano. Matteo propone anche diverse attività laboratoriali, che possano stimolare la creatività e la fantasia dei bambini, aiutandoli a comprendere al meglio gli animali e la natura.

«Le mie più grandi soddisfazioni – continua Matteo –? Un bambino che torna a casa sorridendo e correndo, perché non vede l’ora di arrivare e raccontare tutto ciò che ha fatto e imparato qui. Mi pare assurdo che ci siano bambini di sette anni che giocano alla loro fattoria online, invece che uscire per andare in una fattoria vera. È innegabile che i ragazzi di oggi siano sempre più tecnologici, ma credo si debba trovare un equilibrio e mantenere un contatto con la natura, la manualità e l’immaginazione». L’innovazione dell’attività di Matteo sta proprio in questo: recuperare tradizioni perdute e dimenticate, riscoprire il rapporto con profondo con la natura attraverso il contatto stretto con gli animali.

«Quando si insegna ad ascoltare il silenzio, si scopre la bellezza di un bambino che dice di aver sentito il rumore del vento». Così lo spiega Matteo.

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