Coronavirus in provincia di Bergamo
Una settimana senza decessi - Infografica

Dopo l’esplosione a marzo e aprile ecco l’atteso calo: nell’ultimo mese in provincia sono morte 11 persone. In totale le vittime «ufficiali» del coronavirus sono 3.131, oltre seimila quelle totali. L’età media è di 81,9 anni.

Zero decessi per quattro giorni consecutivi in Lombardia. E per una settimana di fila in provincia di Bergamo. Una serie positiva lunga come mai negli ultimi mesi, in cui il coronavirus ha causato la morte di migliaia di persone. È il chiaro segnale che l’epidemia, ora, non ha più l’impatto di marzo e aprile. Sembrava che il dato dei decessi dovesse essere l’ultimo ad azzerarsi e invece nei mesi di giugno e luglio le intense attività di screening hanno fatto emergere molti contagiati asintomatici. In provincia di Bergamo, infatti, non si registrano più ricoveri con i sintomi «classici» come la polmonite interstiziale. Anche le terapie intensive sono ormai quasi vuote.

Il bilancio totale

Ecco perché il numero dei positivi continua a salire e scendere di giorno in giorno, mentre i decessi sono pochissimi: nell’ultimo mese, in provincia di Bergamo, sono stati 11. In totale, dall’inizio dell’epidemia, 3.131. Un bilancio drammatico che sarebbe stato ancor più grave senza la pronta risposta degli ospedali bergamaschi, che hanno aumentato i posti letto in terapia intensiva per cercare di accogliere tutti. Impressionante il confronto tra il presente e il periodo più tragico dell’emergenza: a marzo le morti ufficiali in provincia di Bergamo sono state 2.345 e ad aprile 637. Vengono definite «ufficiali» perché il dato si riferisce solo alle persone a cui è stata rilevata la positività attraverso il tampone. Ma ormai sappiamo che le vittime sono molte di più: seimila a marzo e aprile contro le 2.982 ufficiali.

Un divario evidente nei due mesi clou, colmato quando la pressione sulle terapie intensive negli ospedali bergamaschi è iniziata a calare. La creazione delle Usca, Unità Speciali di Continuità Assistenziale, ha consentito di eseguire il tampone direttamente nelle case rilevando i casi in modo più capillare e tempestivo.

Dalle testimonianze dei medici è chiaro che gli ultimi decessi riguardano pazienti che sono stati ricoverati in terapia intensiva per molto tempo, anche cento giorni, e che non sono riusciti a combattere le conseguenze del virus.

L’età media

L’età media dei morti bergamaschi è più alta rispetto a quella nazionale: 81,9 anni contro gli 80 anni dell’intero Paese. L’età mediana dei pazienti deceduti positivi a SARS-CoV-2 invece è più alta di 20 anni rispetto a quella - 60 anni - dei pazienti che hanno contratto l’infezione.

In tutta Italia al 22 luglio, ultimo dato disponibile reso noto dall’istituto superiore di sanità, erano 389 i pazienti deceduti di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 86 di questi avevano meno di 40 anni (56 uomini e 30 donne con età compresa tra i 0 e i 39 anni). Di 8 pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche; degli altri pazienti, 64 presentavano gravi patologie preesistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e 14 non avevano diagnosticate patologie di rilievo.

Il coronavirus è stato letale per quasi nove persone su dieci che hanno contratto la malattia. L’ultimo studio pubblicato da Istat e Iss, che hanno preso in esame 4.942 schede di morte di cui 1.698 registrate in Lombardia, spiega che il «Covid-19 è la causa direttamente responsabile della morte, ossia è la causa iniziale, nell’89% dei decessi di persone positive. In questi casi, la morte è quindi causata direttamente da Covid-19, seppure spesso sovrapposto ad altre malattie preesistenti, e dalle sue complicanze».

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