Lettera per i vaccini «taroccata»
Bimba sarà esclusa dall’asilo

La notizia comunicata ieri, giovedì 6 giugno, alla mamma: l’iscrizione della piccola per il nuovo anno, a settembre, non sarà accettata. La difesa dei genitori: «In famiglia c’è una zia a cui è stato riconosciuto un danno permanente da vaccino, dall’Ats mai alcuna risposta per sapere gli eventuali rischi per la figlia».

Giovedì 6 giugno la doccia gelata. Quando si è presentata all’asilo per lasciare la bimba, la mamma, residente in un paese della Bergamasca, è stata avvicinata dal presidente della scuola privata, in un paese del Lecchese: le ha comunicato che il Cda aveva deliberato che non avrebbero accettato l’iscrizione della piccola all’ultima classe, a settembre. La vicenda è quella della giovane coppia di genitori bergamaschi indagata dalla Procura per aver «taroccato» la data della lettera del centro vaccinale dell’Ats con la quale era stato fissato l’appuntamento per inoculare alla figlia di quattro anni i vaccini. E pure la data dell’appuntamento. Un artificio per consentire alla bambina di essere iscritta a scuola. Il reato contestato è falsità materiale commessa dal privato.

Il caso è emerso qualche mese fa dai controlli incrociati a campione introdotti per verificare l’ottemperanza di quanto disposto dalla legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale. È emersa la non rispondenza delle date riportate nella documentazione rilasciata dall’Ats relativa allo «stato vaccinale» della piccola e quella presentata alla scuola: la data del certificato e quella dell’appuntamento fissato per mettersi in regola, nei due documenti, non corrispondevano.

Perché i genitori avrebbero «manomesso» lo scritto è presto spiegato. Si tratta, spiega l’avvocato della famiglia, di un pesante fardello che la coppia porta sulle spalle, certificato da una sentenza passata in giudicato nel 2001. Alla zia della bimba, sorella della mamma, oggi 23 anni, è stato infatti riconosciuto un danno grave e permanente da vaccino: stando alla sentenza la giovane è rimasta cerebrolesa a causa delle vaccinazioni e le è stata riconosciuta un’indennità che l’accompagnerà tutta la vita. «Quando la giovane coppia ha salutato la nascita della primogenita, si è dunque posta il problema di cosa fare, nel momento in cui sarebbe stato necessario vaccinarla – è la posizione della difesa della famiglia –. Madre e padre si sono subito attivati, inviando raccomandate all’Ats di competenza per chiedere un consulto specifico che potesse chiarire se sussistesse un rischio legato alla familiarità ma non hanno mai ottenuto risposta. Nonostante i solleciti, si è arrivati al momento dell’iscrizione alla scuola senza avere alcun chiarimento».

Chiarimento che non è ancora arrivato: «Il ministero della Salute ci ha “rimpallato” all’Ats della nostra zona, che però ci ha detto di rivolgerci a Bergamo – spiega la mamma –. Nonostante pec di sollecito per un appuntamento, zero risposte. Il 13 marzo la scuola ci aveva fatto sapere che, in attesa di chiarire la questione, la bambina avrebbe potuto frequentare». Ieri la comunicazione dell’esclusione.

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