Matteo, per sempre nel cuore degli amici: «È stato e sarà d’ispirazione per tutti noi»

Ramera Nel pomeriggio di mercoledì 3 agosto nella parrocchiale i funerali del giovane precipitato in un canalone ad Ardesio. La famiglia: la vicinanza di tanta gente ci fa sentire meno soli, raccogliamo ciò che lui ha seminato.

Saranno celebrati nel pomeriggio alle 15 nella chiesa parrocchiale della Ramera i funerali del venticinquenne Matteo Carminati, che ha perso la vita lunedì pomeriggio in una tragica caduta ai piedi del Timogno, nel territorio del comune di Ardesio, dove è precipitato in un canalone per cento metri, morendo sul colpo insieme al cane del pastore Silvestro Maroni, al quale dava una mano nella sua partecipazione al progetto «Pasturs».

Nel frattempo, nella giornata di ieri sono stati tanti gli amici, parenti, compagni di studi, volontari della Croce Bianca che hanno portato il loro ultimo saluto nella chiesina di via Ramera a Ponteranica, dove è stata composta la salma. Il giovane ragazzo di Petosino lascia nel dolore la mamma Arianna e il papà Marco. «È davvero apprezzata la vicinanza di così tante persone – ci tengono a dire i famigliari –, ci fa sentire meno soli in questi momenti di estremo dolore e ci dà motivo di orgoglio per com’era Matteo: ha seminato tutto questo, che adesso noi stiamo raccogliendo». Gli amici hanno voluto anche raccogliere una serie di aggettivi per descriverlo: «Solare, buono, un po’ brontolone, determinato, tenace, caparbio, altruista, riflessivo, sensibile, solidale, avventuriero, intraprendente».

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E lo ricordano con grande affetto. «Io ho frequentato con lui la triennale in Psicologia all’Università di Bergamo – dice Giulia Legato – e il nostro gruppo era conosciuto come i “tamigini”, per una battuta che aveva fatto una volta il professore preferito di Matteo, il docente di Storia della filosofia Giuseppe Fornari. Io conoscevo Matteo dal 2016, poi avevamo preso strade diverse ma ci vedevamo periodicamente. A inizio luglio aveva anche fatto, insieme ad alcuni compagni universitari di Bergamo e della Cattolica (avrebbe dovuto prendere la laurea magistrale in Psicologia a settembre, ndr) il cammino “Via Romea del Chianti”, itinerario di cento chilometri con arrivo a Siena. Matteo era innamorato del suo cane e di forchetta buona. Inoltre, condivideva con una nostra amica in comune l’amore per il cinema e per il regista David Lynch». L’amica del gruppo «tamigini» Anna ricorda «il senso critico di Matteo, oltre al suo essere pungente e pacato allo stesso modo». «Era intelligente non in modo banale - dice Lara, anche lei del gruppo “tamigini” –, sapeva tantissime cose e aveva sempre una citazione o qualcosa di profondo da dire». «Era generoso, sapeva essere buffo e ironico – ricorda Sara Rizzi, che aveva fatto con lui la vacanza-studio negli Stati Uniti –. Era attento a dare i consigli giusti ed era premuroso e sapeva essere affettuoso, ma fondamentalmente aveva un buon cuore e tanta voglia di affrontare il suo futuro. È stato e sarà di ispirazione per tutti noi».

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Lo ricordano commossi anche i volontari della Croce Bianca Città di Bergamo, dove Matteo era volontario da diversi anni e aveva fatto anche il servizio civile. «Era un ragazzo d’oro – dice il presidente onorario, Francesco Campora – che ha dato alla nostra associazione e ci mancherà moltissimo». «Era piacevole stare con lui – sottolinea il volontario Edoardo Cotti –. Era un ragazzo bravo, pacato ed è stata una tragedia inaspettata che ha colpito tutti noi». «Era un’anima gentile – continua la volontaria Annalisa Savoldi – e mi sento fortunata ad avergli voluto bene».

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