Orobie senza neve prese d’assalto. Sentieri insidiosi, il Cai: attenti al ghiaccio

Migliaia nei weekend sui sentieri che, però, spesso sono pericolosi. I rifugisti: «Anche tante famiglie con la pandemia, hanno riscoperto la montagna»

Neve pochissima, anche ad alta quota. Sulle piste da sci è per la maggior parte quella sparata grazie ai cannoni, finché c’è acqua. Anche quella inizia a scarseggiare. Orobie dal panorama più primaverile che invernale e la «dama bianca» - stando alle previsioni meteo dei prossimi giorni - pare ancora restare lontana. Così le nostre montagne, soprattutto nei fine settimana, sono prese d’assalto, come fosse estate. Escursionisti sui sentieri, nei rifugi (soprattutto sulle piste da sci, magari anche se chiuse), pochi scialpinisti e ciaspolatori. Insomma, uno scenario lontano dal tradizionale inverno ma a cui, a detta di tanti esperti, dovremo abituarci. Forse questa sarà la regola e l’eccezione la grande quantità di neve, invece, dello scorso anno. La mancanza di neve, però, sui sentieri nasconde insidie e pericoli: il ghiaccio sotto le foglie, tratti in cui si cammina senza rischi ed altri in cui l’appoggio di un piede su una lastra ghiacciata può diventare fatale. Da qui l’appello del Cai di Bergamo - considerato l’alto afflusso di escursionisti in montagna - alla massima attenzione e magari all’utilizzo dei ramponi per le uscite.

Le bellissime giornate di sole, con le temperature che, spesso in quota, non sono eccessivamente rigide (anzi, l’inversione termica e spesso rende più piacevole il clima in montagna che sui fondovalle) hanno attirato anche centinaia di famiglie con bambini, come confermano alcuni rifugisti.

«Generalmente avevamo un 20-30% di escursionisti e il resto erano sciatori - dice Salvatore Berera, del rifugio Terrazza Salomon al Montebello di Foppolo -. Ora la clientela è divisa a metà: il 50% di chi arriva da noi sono camminatori».

E poi famiglie e bambini. In questo periodo i principali rifugi Cai sono generalmente chiusi. Restano aperti i rifugi vicino alle piste da sci o strutture come l’Alpe Corte, a Valcanale di Ardesio e il Capanna 2000 di Oltre il Colle (aperti nei fine settimana).

»C’è pochissima neve - dice Fiorella Rodigari dell’Alpe Corte, 1.400 metri di quota - e stiamo lavorando bene. Al rifugio arrivano escursionisti ma anche famiglie con bambini, attirati dalle belle giornate e dai sentieri senza neve. Ci eravamo attrezzati con un gatto delle nevi per battere il percorso, ma è rimasto fermo. Durante il tragitto occorre però fare molta attenzione: il tratto poco prima di arrivare al rifugio, in località Interno, presenta aree ghiacciate».

«Con la pandemia tantissime persone hanno riscoperto o scoperto la montagna che prima sembrava appannaggio di un’élite - aggiunge Patrizia Sirtoli, del rifugio Capanna 2000 di Oltre il Colle -. Molti vogliono evitare gli affollamenti dei centri commerciali e così prendono i sentieri. Ora, però, occorre fare molta attenzione: ci sono situazioni di pericolo, la poca neve che c’è è ghiacciata e per alcuni percorsi servono i ramponi».

Tanti gli escursionisti, quindi, sui sentieri delle nostre montagne e chi raggiunge rifugi magari vicino alle piste, come il Vodala gli Spiazzi di Gromo , a 1.700 metri, aperto tutti i giorni. «Arrivano dal sentiero del bosco - dice Alessandro Testa -. Il tracciato è pulito, salgono in genere con i ramponcini. Anche bambini».

All’orizzonte ancora diverse giornate di sole, senza neve dal cielo. L’invito, come fatto sia da Soccorso alpino sia dal Cai, è di prestare massima attenzione per l’insidia del ghiaccio sui sentieri.

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