Ospedali, più posti letto per il Covid
Nella Bergamasca da 400 a 730

Un aumento dell’82,5% tra strutture pubbliche e private. Giupponi (Ats): «Pronti ad aggiungerne ancora. Grazie per la disponibilità».

Dagli attuali 400 posti letto Covid, tutti già pieni, a 730: 330 in più per un incremento dell’82,5%. La sanità bergamasca - pubblica e privata - fa quadrato di fronte alla seconda ondata e si prepara «nel caso anche ad un ulteriore incremento di posti, come richiesto dalla Regione» spiega Massimo Giupponi, direttore generale dell’Ats, al termine del vertice con le realtà ospedaliere del territorio. «Questi 330 posti saranno gradualmente messi a disposizione da qui al 14 novembre, secondo i piani delle singole strutture. Un numero analogo al livello medio offertoci dalle realtà ospedaliere fuori provincia durante l’emergenza di marzo e aprile: abbiamo usato questo parametro». Per il momento, perché il direttore generale della Sanità lombarda, Marco Trivelli, ha detto chiaro e tondo che per evitare l’implosione del sistema servono 2.500 posti letto in tutta la regione da qui a pochi giorni. Massimo una settimana.

«Il sistema territoriale tiene»

«La nostra prima risposta cerca di mantenere un equilibrio tra le strutture del territorio che hanno così messo in campo mediamente il 25-30% dei posti a propria disposizione. Da parte mia voglio davvero ringraziare tutti per la disponibilità dimostrata e il grande senso di responsabilità» prosegue Giupponi. «Questi 330 posti presuppongono anche una ridefinizione importante e complessa delle attività ospedaliere quotidiane, ma è un dovere nei confronti di quei territori che ci hanno aiutato quando ne avevamo bisogno».

E un grazie va anche «ai gestori dei servizi territoriali: se ora la nostra provincia è messa meglio delle altre è anche grazie a loro» spiega il dg dell’Ats: «Anche i dati d’accesso ai Pronto soccorso non rivelano particolari criticità, questo vuol dire che i servizi territoriali stanno tenendo e prendendosi carico dei casi direttamente in loco. La rete e il lavoro di raccordo tra i soggetti del territorio sta consentendo una gestione più opportuna dei pazienti bergamaschi».

I dati sui ricoveri e sui posti

Il dato dei ricoveri di ieri nella Bergamasca è a quota 585: l’incremento rispetto a martedì è di 51 unità, ma considerando che non era disponibile il dato della San Francesco, l’aumento reale è di 36. In terapia intensiva ci sono 53 persone (più 5 rispetto a martedì), 532 negli altri reparti.

A ieri al «Papa Giovanni XXIII» erano 121 i posti occupati (uno in meno di martedì) di cui 16 in Fiera ai quali vanno aggiunti altri 2 nel modulo che fa capo agli Spedali Civili di Brescia. Con i nuovi posti che verranno messi a disposizione l’offerta complessiva dovrebbe arrivare intorno a quota 170.

Sono 95 i posti occupati nei diversi presidi (Seriate, Alzano Lombardo, Piario, Lovere e Gazzaniga) dell’Asst Bergamo Est, 13 in più di martedì. In questa settimana saranno disponibili una quarantina di posti ulteriori.

Sono «invece quasi tutti pieni» i 202 posti disponibili nell’Asst Bergamo Ovest: 174 ordinari e 28 per subacuti. Il dato registra una crescita di 15 unità rispetto a martedì.

Per quanto riguarda invece l’Humanitas Gavazzeni il rilievo è stabile: 61 letti occupati, 55 nel reparto Covid e i rimanenti 6 in terapia intensiva. Dal 14 novembre si arriverà a quota 70 posti di degenza Covid, più i 6 di terapia intensiva già esistenti e ulteriori 8 «grigi», dedicati cioè a quei pazienti con sintomatologia sospetta in attesa del tampone.

Al Policlinico San Pietro (Iob) sono 93 i ricoveri a ieri, con un aumento di 5 unità: 92 in degenza e uno in terapia intensiva. L’ospedale conferma la volontà di arrivare a quota 120 posti letto.

La clinica Palazzolo metterà invece a disposizione due reparti per un numero di letti ancora da definire, mentre la San Francesco passerà entro sabato dagli attuali 15 letti - «in un reparto ad hoc con percorsi separati e personale dedicato» fanno sapere dalla direzione - a 22. C’è inoltre disponibilità ad ulteriori ampliamenti nelle prossime settimane, come concordato nella riunione con Ats.

© RIPRODUZIONE RISERVATA