Ripartenza, Bergamo ritrovata
Guide turistiche e itinerari a Km zero

Per ora all’aperto e nel rispetto delle regole anti-Covid (mascherina, distanziamento di almeno un metro), ripartono le visite delle Guide turistiche Città di Bergamo.

«Bergamo quanto ci sei mancata!» è l’iniziativa lanciata dall’associazione, con quattro passeggiate sui colli, tutti i sabati di giugno. Il prossimo appuntamento è sabato 13, alle 16, con ritrovo alla rotonda di Santa Lucia, per percorrere poi la via del Paradiso, Tre Armi e ancora Borgo Canale passando per via Fontanabrolo.

Sabato 20 giugno, alle 16, l’appuntamento è alla pinacoteca Carrara. Da qui si sale per via della Noca, poi attraverso Porta Sant’Agostino con ritorno lungo borgo Pignolo (occasione per vedere la fontana del Tritone fresca di restauro) e l’antica Pelabrocco.

Sabato 27 giugno, alle 16, la proposta delle Guide parte dalla chiesa di Valverde. Da qui si sale in Città Alta attraverso via Roccolino, che diventa sentiero fino a via Beltrami, arrivando a Colle Aperto (si scende da via Boccola e porta San Lorenzo). La visita guidata dura due ore, a pagamento e su prenotazione ([email protected], 3286123502).

Le guide ripropongono anche il classico tour attorno alla città, solitamente proposto ai turisti stranieri (ogni mercoledì e domenica alle 15 con partenza dalla Torre di Gombito, il sabato alle 10,30, dura 2 ore, a pagamento).

La speranza degli operatori è che «anche i bergamaschi decidano di partecipare – spiega Paola Dolci, delle Guide città di Bergamo –. Il tour solitamente veniva proposto dal 1° aprile, quest’anno ovviamente non è stato possibile». Difficile immaginare la fila di turisti alla funicolare quest’anno. Ma con le limitazioni agli spostamenti portati dal Covid, bergamaschi e lombardi possono rappresentare un nuovo bacino. Anche perché le cose da scoprire non mancano.

Uno spunto? Il monumento ai Decorati al valor civile di piazza Matteotti, opera di Giuseppe Siccardi inaugurato nel 1955, dedicato «a chi ha rischiato la propria vita per salvare quella degli altri – spiega Paola Dolci –. In questo periodo così difficile e terribile a causa della pandemia che ci ha colpiti, per contro abbiamo ammirato la dedizione, la cura e l’impegno di volontari, personale sanitario e medici che si sono prodigati per curare i malati e sconfiggere la malattia. La grande lastra che fa da base al monumento mostra due iscrizioni: “A chi più che la propria ebbe sacra l’altrui vita” e “Ut vivas Audeo”. Quel monumento ci ricorda gli eroi di ieri e di oggi».

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