Stadio, «in campo» gli ispettori Uefa
Al via il sopralluogo in ottica Champions

Nel primo pomeriggio di lunedì al via il sopralluogo per valutare se l’impianto potrà ospitare le partite di Champions League. Martedì mattina il secondo appuntamento. Nell’ambiente trapela un certo ottimismo .

Partita secca, da dentro o fuori. L’orologio naturalmente scorrerà per più di novanta minuti, ma il senso è quello. La prima sfida decisiva di questa stagione per l’Atalanta è già arrivata, si gioca diluita tra lunedì e martedì: in palio c’è il via libera da parte dell’Uefa, il cui verdetto è atteso entro la fine del mese, per poter giocare la Champions League al Gewiss Stadium.

In campo, in senso figurato ma nemmeno troppo, ci saranno sette-otto ispettori della Federcalcio europea, attesi a varcare l’ingresso dell’impianto di viale Giulio Cesare nel primo pomeriggio di lunedì 7 settembre, con una seconda puntata martedì in mattinata, 8 settembre. Più o meno, ci si attende un programma simile a quello vissuto il 3 e il 4 luglio dello scorso anno, quando una analoga delegazione passò in rassegna – fiscalissima – lo stadio: allora l’Atalanta non passò l’esame (le gare casalinghe della coppa dalle grandi orecchie, come noto, furono giocate a San Siro), quest’anno invece lo scenario è diverso. Più avanzati i lavori allo stadio, decisamente. E dunque più fiducioso l’ambiente.

Passo indietro, prima. Quando lo scorso anno l’Uefa arrivò allo stadio di Bergamo (al sopralluogo parteciparono anche Antonio e Luca Percassi, Roberto Spagnolo e Gian Piero Gasperini), la Curva Nord era ancora in costruzione, la Sud era invece quella di sempre. Oggi la Pisani rivive come un gigante d’acciaio e cemento con tutte le sue migliorìe, e i cantieri – rigorosamente al plurale – oggi sono concentrati sulla Tribuna Rinascimento (quella affacciata su viale Giulio Cesare), sulla Curva Sud e sul terreno di gioco. I punti fermi messi nero su bianco dai capi del pallone europeo un anno fa erano stati molteplici. Su uno di questi, non ci saranno problemi: i seggiolini in Sud sono ora già una realtà, sono stati posati nei giorni scorsi. Sugli altri, dall’illuminazione ai servizi, dall’area hospitality alle postazioni per tv e stampa, si lavora da tempo nella giusta ottica: le indicazioni dello scorso anno sono state la base su cui lavorare con prospettiva. Una prospettiva che certo ha dovuto fare i conti col Covid, con una gestione del cantiere da rivoluzionare passo dopo passo, con tempi che si sono accorciati: per accelerare la road map rispettando sempre la data di consegna del 30 settembre, gli operai lavorano anche di notte. Influirà il fatto che la stagione inizierà a porte chiuse, dunque senza tifosi? Tendenzialmente no: i rigidi parametri dell’Uefa insistono con fermezza in particolare su alcuni requisiti legati agli spazi e alle infrastrutture per le riprese televisive, per le tv, per gli sponsor, in sostanza per chi porta la fetta principale dei soldi che alimentano il mondo-calcio.

Sul responso dell’Uefa nessuno si può sbilanciare in previsioni, ma nell’ambiente atalantino non si nasconde una discreta fiducia che scorre carsica. E che si può immaginare da almeno un paio di particolari. Primo: per i lavori di adeguamento della Curva Sud, l’Atalanta ha investito oltre un milione di euro. A fondo perduto. Particolare non da poco, perché poi la Sud verrà comunque demolita e ricostruita in versione moderna (come la Nord): se si è fatto quell’investimento che non si potrà recuperare, appunto, vuol dire che ne valeva la pena e che un certo ottimismo sull’approvazione dell’Uefa c’è, altrimenti lo si sarebbe evitato. L’altro indizio è nelle parole espresse in diverse occasioni dalla presidenza della società: «Stiamo lavorando per giocare la prossima Champions a Bergamo», aveva detto l’a.d. Luca Percassi dopo la sfida contro il Psg, concedendo qualcosa alla tradizionale prudenza. Oggi e domani si torna in campo, in un modo diverso: ma conterà ugualmente fare risultato.

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