Vaccini, negli ospedali bergamaschi solo 14 lavoratori sospesi

Settanta gli atti di accertamento inviati alle strutture pubbliche, ma in molti casi medici e infermieri hanno già sanato la loro posizione.

Il quadro è fondamentalmente confortante, perché si fonda su numeri circoscritti. Negli ospedali bergamaschi, gli operatori sanitari no vax sono un’esigua minoranza: certo ci sono, ma con percentuali risicatissime. Il quadro è in un prospetto redatto dall’assessorato regionale al Welfare che fotografa la situazione nelle diverse Asst, appunto gli ospedali pubblici: in Bergamasca, a fronte di alcune migliaia di lavoratori del comparto, si contano 70 «atti di accertamento» per mancato assolvimento dell’obbligo vaccinale, ma i professionisti effettivamente sospesi – tra medici, infermieri, altre figure a contatto con i pazienti – sono solo 14. Il resto è un mosaico di ulteriori accertamenti, cambi mansioni, regolarizzazioni, dietrofront. Stimando circa 7 mila operatori sanitari nelle tre Asst bergamasche (togliendo gli amministrativi) la percentuale di sospesi è dello 0,2%.

Il report regionale parte appunto dagli «atti di accertamento», le comunicazioni ricevute dalle strutture ospedaliere al termine di un approfondito iter di verifica sull’effettiva immunizzazione dei camici bianchi, passato attraverso controlli incrociati di Regione, Ats, ordini professionali. Trentasei «lettere» sono state spedite all’Asst «Papa Giovanni» di Bergamo, 14 all’Asst Bergamo Ovest, 20 all’Asst Bergamo Est. Al «Papa Giovanni», secondo la Regione, i sanitari effettivamente sospesi sono 6; altri 5 professionisti hanno cambiato mansione, 3 hanno presentato documentazione che attesta l’esonero dalla vaccinazione, 14 sono stati riammessi perché nel frattempo si sono vaccinati, 8 procedure sono ancora considerate «in itinere». All’Asst Bergamo Ovest, i sanitari effettivamente sospesi sono 2; 11 sono stati riammessi per avvenuta vaccinazione, un’altra procedura è ancora in via di definizione. Sono 6 gli operatori sospesi alla Bergamo Est; un altro professionista ha dimostrato l’esonero dalla vaccinazione, 8 sono stati riammessi per avvenuta vaccinazione, 5 procedure sono ancora in itinere. La tabella della Regione non fornisce il dato sulle strutture del privato accreditato, ma secondo una ricognizione di inizio agosto – e, tra l’altro, questi ultimi dati della Regione sono in linea pressoché totalmente con una precedente verifica effettuata sempre a inizio agosto – risultavano 13 atti di accertamento per Humanitas Gavazzeni e Castelli e 13 per gli Istituti Ospedalieri Bergamaschi.

Nelle voci del «rendiconto» c’è anche un focus sulle Ats, e dunque su un versante maggiormente legato alla medicina di territorio. Tra i professionisti che fanno capo all’Ats di Bergamo figurano tre «atti di accertamento»: di camici bianchi effettivamente sospesi «tout court» però non ve ne sarebbero, perché in un caso la questione si è risolta con la certificazione dell’esonero dalla vaccinazione, in un altro caso c’è stata una riammissione e una terza procedura è ancora definita «in itinere», quindi non risolta.

A fine agosto, due medici di base erano stati sospesi: uno dei due camici bianchi, però, avrebbe nel frattempo regolarizzato la propria posizione (sull’albo dell’Ordine, tra l’altro, non è più indicata la sospensione disciplinare) e dovrebbe così poter tornare a breve in servizio.

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